CATANZARO Ridotta di oltre la metà in Appello la pena per Alessandro Manzi, 28 enne rossanese accusato di aver ucciso il padre.
La Corte di Assise di Appello di Catanzaro, al termine di una lunga camera di consiglio, ha accolto l’appello proposto dalla difesa e ridotto la pena di 18 anni e dieci mesi di reclusione originariamente inflitta dalla Corte di Assise di Cosenza a nove anni di reclusione con eliminazione di tutte le sanzioni accessorie. I Giudici di secondo grado hanno infatti escluso l’aggravante della premeditazione nell’omicidio e hanno concesso al parricida la circostanza attenuante della provocazione in misura prevalente così giungendo ad una congrua riduzione di pena. Il PG d’udienza aveva invece concluso chiedendo la conferma della sentenza di 1° grado. Il PM di primo grado, a sua volta, aveva chiesto infliggersi la pena dell’ergastolo.
Alessandro Manzi è accusato di omicidio volontario, perché la sera del 17 novembre del 2017 avrebbe ucciso a colpi di fucile il padre Mario sull’uscio di casa. Subito dopo il fatto, il 28enne si era costituito dai Carabinieri assumendo la responsabilità dell’accaduto e narrando di come fosse arrivato a ciò dopo anni di vessazioni che avrebbe subito all’interno delle mura domestiche che condivideva con il padre, noto pregiudicato, e con la sua famiglia.
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