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Laboratorio di droga a «conduzione familiare» padre e figlio finiscono in manette

I due avevano diversi stabilimenti dislocati nel comune di Scalea, nel cosentino. I militari hanno sequestrato un sacco con 12 chili di marijuana pronta per essere venduta

Pubblicato il: 01/11/2019 – 12:56
Laboratorio di droga a «conduzione familiare» padre e figlio finiscono in manette

SCALEA Ancora un duro colpo alle organizzazioni criminali dedite alla produzione e al traffico di stupefacenti inferto dalla Compagnia Carabinieri di Scalea nella fascia dell’alto tirreno cosentino. A distanza di qualche giorno dal sequestro di una piantagione di 150 piante di canapa indiana operato nel territorio di Sangineto, i militari del locale Comando Stazione Carabinieri di Cittadella del Capo e della Stazione dei Carabinieri Forestali di Cetraro hanno individuato e contestualmente sottoposto a sequestro un vero e proprio laboratorio artigianale «a conduzione familiare» per la produzione ed il confezionamento della marijuana.  Per tali ragioni, nel corso della mattinata di ieri 31 ottobre 2019, a Bonifati, i militari, a seguito di perquisizioni locali, hanno tratto in arresto un bracciante agricolo 58enne e suo figlio 42enne, entrambi residenti a Bonifati. I carabinieri, al termine di un’articolata attività investigativa, hanno individuato il primo dei casolari riconducibili a padre e figlio e, fatto accesso all’interno, hanno sorpreso il giovane intento nella lavorazione e preparazione delle singole dosi di marijuana, mentre il padre sopraggiungeva sul posto qualche istante prima dell’intervento dei Carabinieri. Seguito perquisizione, nel primo casolare vi erano già pronti 400 grammi di sostanza stupefacente da imbustare e 218 piante già estirpate ed essiccate in attesa di lavorazione. Successivamente il dispositivo si spostava in altri tre casolari, ubicati tutti nelle vicinanze del primo, al cui interno vi erano tre sacchi di marijuana del peso complessivo di 12 kg.  Più in profondità era posto il locale adibito a serra, un vero e proprio artificio improvvisato ricavato in un casolare al cui interno erano state installate alcune stufe elettriche che avevano il compito di accelerare e facilitare il processo di essiccamento delle piantine di droga. Nel quinto casolare, infatti, erano state appese ad alcuni fili in nylon, tipo quelli utilizzati per stendere i panni, 280 piantine di marijuana, dell’altezza compresa tra 1,5 e 2 metri di altezza, parzialmente verdi ed in corso di essiccamento. Trovati anche degli attrezzi da lavoro, forbici ed attrezzi da giardinaggio e potatura.
Informata la Procura della Repubblica di Paola, i due prevenuti sono stati dichiarati in stato di arresto e tradotti, il padre, presso la Casa Circondariale di Paola, mentre per il figlio è stata disposta la misura degli arresti domiciliari, entrambi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in attesa dell’udienza di convalida.

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