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«Il caso Segre e il negazionismo che è in noi»

di Maurizio Alfano*

Pubblicato il: 02/11/2019 – 15:45
«Il caso Segre e il negazionismo che è in noi»

Mi stupisce lo stupore. Mi lascia basito ancora una volta prendere atto di come tanti politici o partiti siano talmente [di]staccati dal mondo online che detta i tempi a quello offline, e da tutto ciò che appare essere diventata vita reale per buona parte di uomini e donne nel nostro tempo. La verità ed i comportamenti conseguenti, è oramai solo immaginabile, mai vera. E quando metti le persone di fronte alla realtà, ai loro comportamenti, queste si nascondono dentro un profilo virtuale che ha sforato oramai da tempo la soglia della morale che impone, di contro, di ragionare sull’evidenza delle cose e non altro.
Ma tutto ciò appare roba d’altri tempi. Verità, morale, buon senso, senso di appartenenza, è roba vecchia, consunta. Oggi prevale al contrario, invero, il senso di appartenenza multiplo e contraddittorio, del non limite, dell’oltre morale, ovvero ostentare posizioni prive di buon senso sostenute dal mondo delle fake news, dei like su profili che mettono in mostra l’altro che è in noi, nascosto e spesso subdolo, e quasi sempre codardo.
È sotto gli occhi di tutti la perduta capacità di indignazione di quelle che sono oramai diventate masse plasmabili, orientabili, sfruttabili che nulla hanno a che fare con quelle masse che nel tempo trascorso e oramai perso erano capaci di lottare, avversare ingiustizie, di essere massa critica con la quale fare i conti. Masse muscolari, pensanti, capaci di comprendere il bene e il male e per questo di sapere prendere parte mettendoci la faccia, il corpo e l’anima nella loro lotta. Oggi, al contrario ci metti un profilo, quello che non sei spesso nella vita reale dove sono altri ad importi le loro regole ed allora questo spazio inedito di potere essere, giammai dell’essere, diventa il rifugio per inveire ed esprimere al massimo della mera codardia.
Quindi perché tanta meraviglia se la destra – coerente – con il suo essere sempre più oltranzista, sovranista, nazionalista, suprematista che si è sempre nutrita del negazionismo non abbia votato in Parlamento l’istituzione di una Commissione parlamentare che si occupi di temi come il razzismo per la veemenza di insulti dei quali destinataria è in massima parte una sopravvissuta agli orrori dello sterminio degli ebrei. Perché meravigliarsi se di fronte ad uno dei pochi esempi ancora per poco tempo in vita, a cui potere chiedere cosa sia il razzismo ed i suoi differenti epiloghi, compattamente non ha rivolto un applauso che avrebbe significato riconoscere esistere un problema razzismo nel nostro Paese passato da una forma di razzismo perbene ieri, a prescindere oggi. Dunque qual è la meraviglia se Lega, Fratelli d’Italia e addirittura quel poco che rimane di Forza Italia abbiano con la loro contrarietà e a loro modo con coerenza negato la necessità di questa Commissione e l’esistenza di un pericolo razzismo che a loro dire non solo non esiste, ma di cui difendersi chiudendo i sacri confini del suolo patrio a quanti migranti qui vogliono arrivare. Ammiro addirittura la loro coerenza, piena di menzogne, di vittime di naufragi oggi, di olocausti ieri.
Quello che mi indigna è al contrario il sensazionalismo che una parte della Sinistra vuole con clamore portare in evidenza accusando la Destra italiana di non avere votato la costituenda Commissione contro il razzismo. È la Sinistra, il mondo cattolico, l’antirazzismo da tastiera colpevole di buona parte dell’affermazione politica ed elettorale della Destra in questa direzione. Annunciare leggi fondamentali come lo Ius Soli e poi non avere il coraggio di arrivare fino in fondo – ribadendo i voti di chi è contrario alla cittadinanza degli stranieri alla Destra e perdendo contemporaneamente il voto di quelli che avrebbero un motivo per votare a Sinistra è la cartina al tornasole di un modo spesso discutibile ed equivoco di stare sulla questione. Il non coraggio di essere Sinistra cosmopolita dentro la quale nascono e crescono diritti fondamentali ed inviolabili come la libera circolazione degli esseri umani, e non delle merci, ha sdoganato la possibilità di potere assumere comportamenti a tratti inumani come quelli dei sovranisti e suprematisti ritenuti dalla maggiore parte degli elettori moralmente accettabili. Non avere con coraggio la Sinistra come primo atto revocato la chiusura dei porti, strappato l’accordo della vergogna con la Libia, riconosciuto alle ONG la loro funzione umana, revocato il primo e il secondo decreto sicurezza posti in essere dal già ministro Salvini o modificati nelle parti in cui si revoca addirittura il concetto di protezione umanitaria e si inasprisce la possibilità di accesso e permanenza sul territorio italiano è tutto questo colpevole di collaborazionismo e giustifica di fatto il ruolo di una Destra che trova consenso nel non avere applaudito Liliana Segre. Non avere il coraggio di scelte non impopolari, poiché colpevolmente sono state rese tali, ma di contro semplicemente umane, sottrae quel tratto caratteristico e distintivo proprio alla Sinistra che oggi si è meticciata con un DNA a tratti di razzismo perbene. Che senso ha allora, mi chiedo anch’io, addirittura, istituire una Commissione sul razzismo e l’odio razziale, quando non si revocano leggi come quelle prima citate che appena qualche mese fa la Sinistra dichiarava essere novelle leggi razziali.
Non è forse anche questa una forma di negazionismo ancora più colpevole di quello della Destra poiché nega e tradisce la Sinistra la sua appartenenza, i suoi valori, la passione del suo essere universalista dentro una cornice di valori universali ed indefettibili.
Dunque non è vero che Destra e Sinistra siano uguali come ridonda spesso nel sentito dire, ma al contrario nel colpevole atteggiamento della Sinistra, la Destra si rigenera e riafferma la sua identità nazionalista e sovranista che può per questo scomporre il mondo tra bianchi e neri, tra cattolici e musulmani, tra buoni e cattivi, tra vero e falso anche per colpa della Sinistra che nel nostro tempo sempre più strabica, sempre meno attenta all’altro – è sempre più concentrata sulla sua mera sopravvivenza anziché sui suoi valori un tempo immortali.
*Ricercatore e studioso dei fenomeni migratori

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