«Io mi affido alla ragione. Spero lo facciano anche a Roma. Perché senza la ragione, si determinano sfaceli. Vogliono farmi fuori? Io dico: facciamo le primarie, e poi vediamo». Così il presidente della Regione. Mario Oliverio, in un’intervista apparsa nell’odierna edizione del “Corriere della Sera”. Nell’intervista, realizzata da Fabrizio Roncone, il governatore ricandidato alla guida della Regione si sofferma sul “braccio di ferro” con la segreteria nazionale del Pd, che ha posto il veto alla sua riproposizione: «Con un percorso condiviso – spiega ancora Oliverio – si eviterebbero disastri. E poi no, non ho capito: in base a cosa mi avrebbero fatto fuori?». Alla domanda del “Corriere della Sera” sul fatto che la sua popolarità “è ormai consumata”, come confermerebbero alcuni sondaggi commissionati dal Nazareno, Oliverio risponde: «Chi lo stabilisce se sono popolare? Zingaretti?. A me non risultano sondaggi». Quindi, Roncone ricorda la polemica dei giorni scorsi, l’intervento della parlamentare del Pd Enza Bruno Bossio, vicina al governatore, secondo la quale “Gratteri ha ordinato a Zingaretti di non ricandidare Oliverio”: sul punto, al “Corriere della Sera” Oliverio spiega che «beh, in effetti c’è questa voce… che qui circola da un po’… del resto, sarebbe gravissimo se Zingaretti prendesse ordini da una procura, non trova?». L’ultima domanda, se “è pronto a candidarsi da solo”: «Io, tra qualche ora, a Lamezia Terme, riunisco i miei. Una specie di Leopolda calabrese, diciamo così», conclude Oliverio.
x
x