COSENZA Sono 142 gli indagati rinviati a giudizio per la vicenda relativa ai “falsi precari” dell’Asp di Cosenza. Tra di loro ci sono anche gli ex direttori generali dell’Azienda sanitaria provinciale Raffaele Mauro e Gianfranco Scarpelli e l’ex direttore sanitario Luigi Palumbo, oltre al funzionario regionale Pasquale Giuseppe Capicotto e al collega in servizio al Dipartimento Lavoro Vincenzo Caserta. Tra gli indagati rinviati a giudizio dal Gup di Cosenza Manuela Gallo, anche il dirigente dell’Asp cosentina Antonio Perri e il sindacalista di Cetraro Franco Mazza.
L’INCHIESTA Al centro dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Cosenza, l’ipotesi che una parte del management dell’Asp bruzia, con il supporto di un pezzo del sindacato, abbia “creato” 133 falsi precari procurando loro «l’ingiusto vantaggio patrimoniale, costituito dal diritto ai “benefici di cui all’articolo 2 della legge regionale numero 15/2008” e il corrispondente danno ingiusto, di rilevante gravità, dell’amministrazione, Regione Calabria, che si obbligava alla corresponsione dei predetti benefici in favore di soggetti sforniti dei requisiti contemplati dalla norma». Con queste accuse la Procura di Cosenza aveva chiuso l’inchiesta su una vicenda che, come spesso accade per la sanità, incrocia politica e burocrazia (qui la notizia). L’inchiesta, oltre agli ex componenti della direzione generale dell’Azienda, a sindacalisti e funzionari della Regione Calabria, ha coinvolto anche tutti i precari che, sfruttando l’opportunità offerta da quella legge, avevano avuto un rapporto di lavoro determinato con l’Asp di Cosenza. (mi.pr)
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