di Sergio Pelaia
CATANZARO La data in calce è quella di lunedì 4 novembre, cioè il giorno dopo – ma sarà certamente un caso – dell’ultimo articolo del Corriere della Calabria sull’Aterp. Ma è il contenuto a fare rumore. E anche il sottotesto. Per comprenderlo però bisogna tornare allo scorso 21 ottobre, quando – come abbiamo scritto qui – il dg dell’Azienda che gestisce le case popolari ha emanato una delibera con cui dava l’ok all’indizione di 12 concorsi per assumere 56 persone tra dirigenti, funzionari e tecnici. Le assunzioni, basate su un piano del fabbisogno del personale approvato un anno e mezzo prima, sarebbero arrivate proprio a ridosso delle elezioni regionali. Quindici giorni (e due articoli del Corriere) dopo, dal vertice del dipartimento Lavori pubblici, che ha compiti di vigilanza sull’Aterp, parte la carta che fa rumore. E che stoppa tutto: il dg dei Lavori pubblici Mimmo Pallaria, uno dei burocrati più influenti della Cittadella, «intima» al collega dell’Aterp Ambrogio Mascherpa di «sospendere in autotutela» la delibera che dava l’ok ai concorsi e, quindi, anche la pubblicazione dei relativi bandi, che invece sul sito dell’Aterp era stata annunciata per il prossimo 8 novembre. Per ora non se ne fa nulla. Lo scopo dello stop ai concorsi, mette nero su bianco Pallaria, è anche quello di «evitare il rischio di essere chiamati a rispondere di eventuali danni erariali». Un passaggio pesante, motivato dal fatto che nella delibera di Mascherpa mancano secondo il dipartimento alcuni punti essenziali previsti dalle norme che regolano il settore: non c’è l’autorizzazione della giunta regionale all’aumento di spesa per il personale, non c’è il documento che attesta la copertura finanziaria dei concorsi, non c’è il parere dei revisori dei conti. Quindi la procedura va sospesa e la dirigenza dell’Aterp non può che prenderne atto – ma non senza rilievi polemici e controdeduzioni – con una delibera, pubblicata oggi, che sospende per 30 giorni (salvo proroga) quella precedente.
Fin qui il testo. Poi, come detto, c’è un sottotesto. Innanzitutto lo si legge nei destinatari dell’atto di Pallaria, che scrive al dg dell’Aterp e poi, per conoscenza, all’assessore al ramo Roberto Musmanno, al capo di gabinetto del governatore Mario Oliverio (Gaetano Pignanelli), ai dipartimenti Bilancio e Presidenza, settore controlli, e – stranezza forse dovuta a un errore materiale – anche a se stesso. Il punto però è un altro: tutto avviene ai piani alti della Cittadella e su un asse tra dirigenti – Mascherpa e Pallaria – considerati tra i più vicini ad Oliverio. Dunque resta da decifrare se ci sia ed eventualmente da dove arrivi l’impulso politico – o magari l’istinto di sopravvivenza – che ha mosso l’agire dei due manager il cui contrasto è ora evidente perché scritto nelle carte. Non è nemmeno un dettaglio che dopo l’intimazione di Pallaria ci sia stato qualche giorno di resistenza prima di arrivare alla marcia indietro sui concorsi. Una matassa che forse non verrà mai dipanata. Ma che suggerisce un’ulteriore domanda: se non si possono espletare i concorsi perché mancano alcuni passaggi essenziali, si possono invece fare i “comandi” da altri enti (ne abbiamo scritto qui) che sono stati deliberati negli ultimi mesi senza pareri né autorizzazioni e, soprattutto, senza che nessuno ne abbia contestato la procedura? (s.pelaia@corrierecal.it)
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