di Sergio Pelaia
CATANZARO Il bando fu presentato come una delle tante «rivoluzioni» che avrebbero dovuto segnare in positivo il futuro prossimo della Calabria. E magari, al netto della retorica stantia sulle potenzialità dei piccoli paesi del Sud, sarà anche così. Ma finora, invece che la «valorizzazione» del territorio e le immancabili «prospettive di sviluppo», si è concretizzata solo qualche adunata dal sapore più elettorale che istituzionale. E tanta confusione. A cui ora si aggiunge una sorta di “ricatto” che non pare vero possa trovare spazio in un atto della pubblica amministrazione. Che è riassumibile così: ti do i fondi, ma tu rinunci a fare causa alla Regione. È questo infatti il succo di un verbale che in queste ore il dipartimento regionale Urbanistica e Beni culturali sta sottoponendo ad alcuni dei sindaci convocati alla Cittadella per espletare le procedure legate all’ormai famoso bando sui borghi.
Si tratta di fondi per 100 milioni di euro, cui se ne aggiungono un’altra trentina destinati ai privati, relativi a un bando pubblicato sul Burc a luglio del 2018 e per cui ci sono, stando a quanto annunciato dalla Regione, 359 Comuni ammessi. Alcuni esponenti dell’opposizione in consiglio regionale, come Fausto Orsomarso e Gianluca Gallo, negli ultimi mesi hanno più volte chiesto chiarezza parlando di «lentocrazia» a loro dire probabilmente causata da un mero «calcolo politico».
Al di là della dialettica tra le coalizioni, è un fatto che al momento non sia stata resa nota una graduatoria ma si sa che c’è solo un elenco di ammessi. Oliverio ha detto pubblicamente che c’è la volontà «di non lasciare indietro nessuno» e ciò, secondo i maligni solitamente ben informati, potrebbe voler dire che l’intenzione sia quella di spalmare i contributi a tutti i Comuni ammessi, senza andare più di tanto a valutare le singole specificità e dunque anche il merito dei progetti di valorizzazione che si potrebbero attuare con quei fondi. Tanto più che tra i sindaci e la Regione pare si stia già mercanteggiando sulle singole quote da assegnare ai Comuni. Di certo, adesso, con i verbali firmati in queste ore, c’è l’impegno della Cittadella ad emettere i decreti per stanziare i soldi. A patto però che i Comuni rinuncino «ad ogni contestazione in sede giudiziaria sugli atti amministrativi che di conseguenza adotterà la Regione». Insomma: sui fondi ci “aggiustiamo”, ma tu poi non devi farmi causa. Una vera «rivoluzione» amministrativa e culturale. (s.pelaia@corrierecal.it)
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