di Antonio Cantisani
CATANZARO «Ritardi nell’approvazione» di alcuni bilanci consuntivi, «reiterate perdite d’esercizio da un decennio», «ingente contenzioso». Il “buco nero” dell’Asp di Catanzaro diventa una voragine alla lettura di una deliberazione della sezione di controllo della Corte dei Conti, che ha accertato ben 12 e gravissime criticità nell’ambito di un’analisi sulla gestione amministrativa/contabile dell’azienda catanzarese, relativamente agli esercizi 2016, 2017 e 2018. Un’altra “pesantissima” tegola su un’Asp già travolta da scandali, sperperi, inchieste della magistratura, “azzerata” da uno scioglimento per infiltrazioni della ‘ndrangheta disposto a settembre dal governo nazionale e nella gestione affidata a una commissione straordinaria che tra l’altro nelle ultime settimane ha perso un pezzo, con le dimissioni di un commissario – secondo il M5S “in odore di massoneria” – per motivi ufficialmente personali ma in realtà ancora avvolti nella nebbia. Un’Asp senza pace, quella di Catanzaro, “cartina di tornasole” di una sanità calabrese in perenne caos, a tutti i livelli. Il caos che sembra trasparire dalle pagine della deliberazione della Corte dei conti, adottata lo scorso 21 ottobre, che mette in fila 12 criticità nella gestione dell’Asp di Catanzaro, con alcune voci ai limiti dell’incredibile. In primo luogo, i giudici contabili stigmatizzano «ritardi nell’approvazione dei bilanci consuntivi per gli esercizi 2016, 2017 e 2018», e ancora «la mancata pubblicazione sul sito istituzionale dell’azienda, dei bilanci preventivo 2019 e pluriennale 2019/2021, bilancio consuntivo esercizio 2017».
Sotto accusa della Corte dei Conti anche «le reiterate perdite d’esercizio da oltre un decennio e, nello specifico, preoccupante crescita della perdita dal 2017 (euro – 19.071.000,00) al 2018, pari a – euro 52.065.547,53», «il mancato rispetto del bilancio di previsione 2017 e scostamenti rispetto al 2016; ritardi nelle procedure d’indizione delle gare per l’acquisto di beni e servizi». Inoltre, i giudici contabili contestano all’Asp di Catanzaro «l’aumento della voce di costo “Manutenzione e riparazione” dal 2016 al 2017 del 1.230,52%», manutenzione passata da euro 58.963 nel 2016 a euro 784.513 nel 2017, «la mancata approvazione del Piano di performance! E ancora «elevate percentuali di “debiti verso fornitori scaduti”, lentezza dei pagamenti e aumento considerevole dei “pagamenti oltre i termini previsti dal Dpcm 22/9/2014” (aumentati da euro 6.919.577,48 nel 2017 a euro 187.095.700,00 nel 2018)», e infine «l’aumento dell’Indice di tempestività dei pagamenti dal 2017 (186) al 2018 (238), «l’ingente contenzioso», con oneri potenzialmente derivanti pari a 19 milioni, «la presenza di crediti vetusti e scarsamente movimentati per i quali si ritiene incerta l’effettiva riscuotibilità, condizione indispensabile al loro mantenimento in bilancio (soprattutto riguardo ai crediti ante 2012), l’inadeguatezza degli accantonamenti ai Fondi rischi in relazione, soprattutto, all’ingente contenzioso in essere». Nella deliberazione la Corte dei Conti «invita» l’Asp di Catanzaro «ad adottare, entro 60 giorni, le misure correttive idonee a rimuovere le criticità evidenziate». (a.cantisani@corrierecal.it)
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