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«Ambulanze usate per fini privati». La Uil chiede un’indagine interna all’Asp di Reggio

Oltre al caso di una «parente di una dipendente» trasferita dall’ospedale di Polistena a una casa di cura, il sindacato denuncia la «presenza sempre più marcata del privato» nel settore delle emerg…

Pubblicato il: 12/11/2019 – 11:56
«Ambulanze usate per fini privati». La Uil chiede un’indagine interna all’Asp di Reggio

REGGIO CALABRIA Un’anziana «risultata parente di una dipendente» che viene trasferita con un’ambulanza del 118 dall’ospedale di Polistena a una casa di riposo di Rizziconi; ma anche uno stato di «criticità assoluta» in relazione agli «interventi effettuati tramite mezzi di soccorso pubblici e privati» che farebbero «paradossalmente lievitare la spesa». Sono solo alcuni degli elementi che hanno portato la segreteria provinciale della Uil Fpl di Reggio Calabria a chiedere al direttore sanitario e alla commissione straordinaria che guida l’Asp reggina di attivare un’indagine interna per accendere i riflettori sullo stato «di precarietà ed inefficienza in cui si versa il Sistema Suem 118». Oltre all’uso «distorto e personalistico di un mezzo di soccorso» il segretario territoriale del sindacato, Nicola Simone, registra «la deriva più assoluta in cui versano le Postazioni di Emergenza Territoriale, le relative autoambulanze e le incongruenze determinate dalla presenza sempre più marcata del privato». Il sindacato plaude «all’immediato intervento» che ha già riguardato un dirigente medico in relazione al caso dell’anziana portata a Rizziconi e, in attesa «che si faccia definitiva chiarezza sull’oscuro episodio stigmatizzato formalmente financo dagli operatori in servizio», invoca l’avvio di un’indagine interna anche per sapere «se insiste un quadro di riferimento normativo in capo all’utilizzo di quanti a vario titolo nell’ambito del privato forniscono prestazioni all’interno del Suem». In particolare, la Uil Fpl chiede se sia «in vigore una o più convenzioni che consentano la regolamentazione di tale attività, oppure si sta operando in regime di deregulation, di proroghe o di autorizzazioni “volanti”?». Oltre alla convenzione «stipulata nel lontano 2011 dall’allora dg Squillacioti per l’impiego del volontariato – chiede il sindacato – ne risultano delle altre?». E ancora una lunga serie di quesiti, tra i quali: «A quale capitolato di appalto bisogna fare riferimento per conoscere le caratteristiche dei mezzi di soccorso e degli equipaggi forniti dal privato ed a fronte di quale spesa?»; «corrisponde al vero che per carenza di dipendenti pubblici con la qualifica di autisti soccorritori le ambulanze pubbliche rimangono ferme e il medico e l’infermiere devono prestare servizio su mezzi privati con autisti privati? Che tali mezzi siano talmente inadeguati che si renda necessario il trasbordo (dalle ambulanze pubbliche) di tutte le apparecchiature necessarie, obbligatorie a poter far fronte in sicurezza alle emergenze e che detto materiale a causa degli spostamenti venga esposto a inevitabili guasti? Che tale improvvido ed illegittimo utilizzo di veri e propri “gusci vuoti” costi 800 euro al giorno? chi autorizza il personale pubblico a prestare servizio su tali mezzi privati?». Infine: «Corrisponde al vero – chiede in conclusione la Uil – che la ragione del ricorso al privato consisteva nello sgravare i mezzi e gli equipaggi pubblici dalle incombenze relative ai trasferimenti secondari per potersi dedicare agli interventi di emergenza e che via via tale condizione sia pressoché mutata?»; «si è provveduto, in carenza di atti deliberanti specifici, al pagamento di prestazioni effettuate da privati?».

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