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La “regina” dello spaccio e i bambini vedetta nel ghetto dimenticato dalla politica

L’operazione antidroga nel quartiere lametino “Ciampa di cavallo” conferma una situazione di «particolare allarme sociale». La 50enne Caterina Butrice impartiva gli ordini dal carcere, gli altri (m…

Pubblicato il: 13/11/2019 – 15:16
La “regina” dello spaccio e i bambini vedetta nel ghetto dimenticato dalla politica

di Alessia Truzzolillo
LAMEZIA TERME Il quartiere lametino “Ciampa di cavallo” non era solo il centro di smistamento di cocaina ed eroina per i tossici, di varia estrazione sociale, della città, ma era (ed è) una suburbia inaccessibile «con i bambini che fanno da vedetta e le vie di fuga non percorribili», come ha sottolineato il colonnello Clemente Crisci, comandante del Gruppo Guardia di finanza di Lamezia Terme. La comunità rom che popola quasi interamente questo casermone popolare a forma di C vive in un contesto di «particolare allarme sociale», ha detto il procuratore di Lamezia Terme Salvatore Curcio nel corso della conferenza stampa dell’operazione antidroga, condotta dalla Guardia di finanza, “Scacco alla regina” che ha portato all’arresto di 8 persone, 4 ai domiciliari, tre destinatari di obbligo di dimora e una con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (qui nomi e dettagli). La “regina”, la 50enne Caterina Butrice, sta in carcere e dal carcere impartiva gli ordini. Gli altri eseguivano, con turnazioni che il tenente Natale Saggese, comandante dei Baschi verdi, ha definito «quasi aziendali». Cocaina ed eroina – spesso denominate in codice “latte” o “latte macchiato” – passavano sotto al naso di bambini o di minori di 14 anni, spesso coinvolti in questa vendita, troppo piccoli per essere perseguiti.
Tre ragazzi sono stati denunciati al Tribunale per i minori e destinati in comunità. La Procura e le forze dell’ordine intervengono con iniziative di repressione e interventi mirati a inibire la recidiva del fenomeno ma «l’intervento dell’ufficio del pubblico ministero non è mai risolutivo di una certa problematica», sottolinea il procuratore.
PROTOCOLLO CON IL TRIBUNALE DEI MINORENNI In questo caso la rilevanza dell’operazione risiede anche in un protocollo di intesa firmato da tutte le Procure della Repubblica del distretto di Catanzaro con la Procura del Tribunale per i minorenni. «Si è cercato di inaugurare un nuovo corso – ha detto Curcio – nel senso che dove si trovino determinati contesti criminali che coinvolgono minorenni, come in questo caso – non solo in relazione alla perpetrazione di gravi reati ma anche laddove ci siano contesti familiari che per i ragazzi rappresentino un gap per la sua formazione e la sua educazione – attraverso uno scambio costante tra la Procura e la Procura per i minorenni si tenta anche di sottoporre all’attenzione del giudice minorile queste situazioni di particolare disagio in maniera tale che il Tribunale per i minorenni, su richiesta della Procura per i minorenni, possa adottare quei necessari provvedimenti – compresa la decadenza della potestà genitoriale con affidamento dei minori a strutture protette – volte a salvaguardare la crescita e la formazione di questi bambini».
L’ASSENZA DELLA POLITICA E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Una comunità, quella rom, «considerata quasi estranea al contesto cittadino. In realtà – ha detto Curcio – stiamo parlando di una comunità di cittadini italiani a tutti gli effetti le cui problematiche assillano, purtroppo, da decenni questa città alla quale – è l’amara constatazione del magistrato – la politica e la pubblica amministrazione non ha saputo dare risposte adeguate». L’ennesima operazione condotta in contesti come Ciampa di cavallo o il campo rom Scordovillo non basta. «Non sono interventi risolutivi – dice senza remore il procuratore –. Le problematiche sono demandate all’adozione di provvedimenti, necessari, da parte della politica e della pubblica amministrazione».
UNA DURA LOTTA SENZA MEZZI Quasi un anno di indagini, circa 300 militari della Guardia di finanza del gruppo di Lamezia Terme, dei Baschi verdi e del Gruppo operativo antidroga di Catanzaro coinvolti, il contatto continuo con la Procura per i minorenni, 16 assuntori segnalati alla Prefettura, «la vitalità operativa dei miei collaboratori», ha rimarcato il comandante provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro Dario Solombrino. Nonostante questo in Procura a Lamezia Terme si lavora con le risorse ridotte al lumicino. L’appello del procuratore capo Salvatore Curcio è continuo e tenace. Non manca di sottolinearlo ogni volta, ad ogni operazione: «Le risorse sono estremamente limitate, sia per quanto riguarda i mezzi a disposizione della Procura, sia per quanto riguarda le piante organiche dei magistrati, sia per quanto riguarda la pianta organica del personale amministrativo oramai ridotta al lumicino». L’ultimo pensionamento nell’ufficio di Procura risale a pochi giorni fa, senza sostituzione e invio di altro personale. «È una situazione di estrema criticità che comporta dei sacrifici e l’assunzione di rischi non indifferenti. Dove si è in pochi è difficile controllare ogni attività e intervenire tempestivamente». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
https://www.youtube.com/watch?v=OzvszOIq414&feature=youtu.be

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