di Michele Presta
CASTROVILLARI I bambini avrebbero riprodotto le angherie subite dalle due maestre d’asilo con i loro giochi, i peluche e i pupazzetti. Strattoni, spintoni, trascinamenti. Un campanello d’allarme per diversi genitori che anonimamente hanno denunciato la struttura dove gli infanti venivano lasciati in custodia e che ha fatto partire le indagini dei carabinieri. Il tempo per i militari di sistemare le telecamere di sorveglianza che i soprusi sono subito venuti a galla. Anna Lettieri di 35 anni titolare dell’asilo e Candida Tucci, 54 anni, che è risultata non assunta né abilitata a fare la maestra sono finite agli arresti domiciliari su richiesta della procura di Castrovillari (qui la notizia) , maltrattavano i bimbi con età compresa tra i due e i cinque anni sia fisicamente che psicologicamente. Dalle immagini acquisite dai carabinieri emerge anche la sistematicità con la quale le due tutrici che gestivano la scuola di Cariati, avrebbero strattonato i bambini o tirato loro i capelli. Alcuni erano destinatari di spintoni e schiaffi. In diversi casi le maestre salivano loro addosso quando erano per terra, rimanendo sui corpi diversi minuti. «Nel giro di pochi giorni i carabinieri sono riusciti a documentare tutto quello che succedeva con deliberazione senza alcuna giustificazione apparente, ci sembra che le due maestre hanno solo per fare male e non far muovere i bimbi», commenta Eugenio Facciolla. Per il capo della Procura della Repubblica di Castrovillari, quello emerso nel corso delle indagini è «gravissimo perché le maestre agivano con estrema crudeltà». Gli inquirenti, in poco più di un mese, hanno documentato una serie di maltrattamenti di natura fisica e psicologica.
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Oltre cinquanta gli episodi finiti nel fascicolo d’indagine. «Sono immagini toccanti quelle che abbiamo visto – aggiunge Facciolla – Nel corso della mia carriera ne ho viste diverse di vicende ma mai così gravi. Queste strutture così come quelle ospitano anziani e persone che non sono in grado di autodifendersi vanno controllate meglio. Il legislatore deve intervenire per introdurre sorveglianza all’interno di queste strutture. Noi molte cose le scopriamo per caso, chissà quante cose invece sfuggono al nostro controllo». Oltre agli episodi di violenza fisica, le due donne si sarebbero anche rese responsabili di una serie di rimproveri immotivati, spesso accompagnati da ingiurie e minacce, anche di morte, nonché comportamenti oppressivi ed umilianti nei confronti dei bambini. Il ricorso alla violenza era, secondo gli inquirenti, sistematico e quotidiano, tanto che le piccole vittime, vedendo avvicinarsi le insegnanti, si coprivano il volto intimoriti, temendo le percosse. «Dalle immagini abbiamo constatato come i bambini fossero così terrorizzati che quando vedevano una delle due persone arrestate, assumevano atteggiamenti di difesa. Questo significa che le botte le prendevano sistematicamente e si tratta di una situazione di assoluto assoggettamento. C’è il rischio concreto che questi bambini possano crescere con dei traumi non indifferenti. Salire sulla gamba di un bambino e rimanerci per più di tre minuti per fare male è un atteggiamento che non può essere più tollerato». Nel corso delle attività di notifica del provvedimento, i militari della stazione di Cariati hanno effettuato anche un accesso ispettivo unitamente ai loro colleghi del Nas e del Nil di Cosenza, riscontrando una serie di irregolarità. All’interno dell’asilo c’erano cibi e bevande scaduti o congelati senza mezzi idonei. «E’ stato fatto un lavoro certosino – ha detto il capitano Carlo Alberto Sganzerla, comandante della Compagnia Carabinieri di Rossano – perché senza l’approfondita conoscenza del contesto sociale e dei soggetti, l’operazione di oggi non si sarebbe potuta verificare». Una delle due collaboratrici è risultata irregolare poiché non assunta. I militari dell’arma dei carabinieri hanno riscontrato anche la mancanza di documentazione necessaria per svolgere attività lavorative con i minorenni e la mancanza di certificazione sanitari. Sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di 23.600 euro e la struttura è stata sequestrata. «Ancora oggi si parla di prevenzione e queste strutture sfuggono ad ogni tipo di controllo fatto per legge – conclude Facciolla – continueranno le indagini perché ci sarà anche molto altro da contestare». (m.presta@corrierecal.it)
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