LAMEZIA TERME Tre situazioni differenti ma accomunate degli stessi reati: maltrattamenti in famiglia ed atti persecutori; e così per tre uomini è scattata la misura cautelare del divieto di avvicinamento all’abitazione frequentate dalla vittima e dai suoi familiari. A disporla il Gip del tribunale di Lamezia Terme che a seguito delle indagini condotte dagli agenti del commissariato locale avrebbero appurato le condotte violente e lesive dei tre uomini ai danni delle rispettive compagne. Subito è stata applicata la recente normativa denominata “Codice Rosso” in quanto le attività info-investigative condotte dagli investigatori, utilizzando anche appostamenti e video prelevati da impianti di videosorveglianza, hanno fornito ai giudici del Tribunale lametino il quadro indiziario e i riscontri della gravità dei fatti commessi dagli indagati: Antonio, Mario e Giuseppe (tre nomi di fantasia usati per ovvie ragioni di discrezione nei confronti delle vittime), ai danni delle rispettive compagne e familiari. Nei loro confronti l’autorità giudiziaria ha disposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento all’abitazione e ai luoghi frequentati dalla vittima e dai sui familiari e di mantenere una distanza non inferiore a 200 metri nell’eventualità di incontro occasionale, con il divieto, inoltre, di comunicare attraverso qualsiasi mezzo o interposta persona con la donna e la sua famiglia.
GLI EPISODI Antonio, 38 anni, si è reso responsabile per circa tre anni di condotte lesive a danno della sua compagna Giovanna (nome di fantasia). Una convivenza caratterizzata da continue scenate di gelosia morbosa e possessiva che, l’estate scorsa si è manifestata con maggiore frequenza, tanto che la donna ha deciso di interrompere definitivamente la relazione sentimentale. L’uomo con comportamenti persecutori molestava la compagna inviandole tanti messaggi di testo e vocali ossessivi, di giorno e di notte e spesso dal contenuto molesto ed ingiurioso, presentandosi sovente sotto casa e nei pressi del luogo di lavoro della donna, pedinandola ed arrivando, anche ad inseguirla e speronarla con la sua automobile. Spesso si appostava di nascosto sotto casa per apparire improvvisamente e reiterare una scenata di gelosia. L’invasività indicibile degli atti vessatori e persecutori compiuti da Antonio sono stati tali da generare uno stato di prostrazione psicologica, limitare la sfera della libertà di Giovanna cagionando un grave e perdurante stato d’ansia e generando un fondato timore per la propria incolumità e quella dei suoi familiari. Anche nel secondo caso, le indagini del personale del commissariato lametino, hanno fornito riscontri ai gravi indizi di colpevolezza a carico di Mario, 37 anni, che per circa tre mesi ha maltrattato la compagna Mariella (nome di fantasia), con reiterati atti di vessazione fisica e morale, minacce e molestie, alcuni commessi in presenza dei figli minori. La morbosa gelosia dell’uomo si è manifestata improvvisamente in settembre : Mario andava in escandescenza ogni qualvolta la compagna usasse il cellulare. Quando è arrivato a sottrarle e rompere il cellulare in presenza di un parente della donna, Mariella, intimorita ha sporto denuncia. L’uomo, dopo aver lasciato la casa familiare, mosso da cieca gelosia, ha intensificato le condotte persecutorie con minacce di voler sottrarle i figli e di dar fuoco alla sua autovettura, fino a arrivare ad aggredire Mariella causandole lesioni personali. Una serie infinita di gravi episodi, scaturiti persino nel sabotare il veicolo della donna, altre aggressioni fisiche e continue telefonate persecutorie e intimidatorie, anche quando la donna temendo per la propria incolumità e dei figli si è trasferita nella casa dei genitori. E, nonostante le numerose querele, Mario non ha desistito dalla sua condotta persecutoria ed oppressiva, aggravata dal perpetrarla anche in presenza dei due figli. Cambiano le persone, non gli atti persecutori, così Giuseppe, 50 anni, all’inizio del 2017 decide di lasciare spontaneamente la casa della sua compagna Francesca (nome di fantasia), dopo una convivenza di circa dieci anni. Alla nascita della loro bambina il loro rapporto era degenerato e nel tempo era divenuto insostenibile per il comportamento autoritario e prevaricatore dell’uomo. Di fatto, Giuseppe continuava a frequentare quella casa e Francesca glielo permette per facilitare i rapporti con la bambina, ma anche in tali occasioni l’uomo maltratta la sua compagna e i suoi figli minori (avuti dalla donna in una precedente relazione), alla presenza della loro bimba, sottoponendoli a reiterati e frequenti atti di vessazione fisica e morale, percutendoli ed insultandoli. Tali comportamenti si sono ripetuti per quasi due anni e in due casi usando violenza tale da causare gravi lesioni alla donna. A quel punto la compagna ha deciso di incontrare Giuseppe per farlo stare con la bambina solo in luoghi pubblici, anche in tali occasioni il suo com
portamento non è mutato: litigi per futili motivi, pedinamenti a piedi o in automobile ostacolando la marcia del veicolo condotto dalla donna. Dopo aver tollerato per anni soprusi, vessazioni e violenze morali e fisiche, temendo per la propria l’incolumità, quella della bambina e degli altri due figli, Francesca nel mese di ottobre denuncia il tutto agli organi di Polizia. La gravità dei fatti rappresentati e la puntuale osservanza dei tempi imposti dalla nuova disciplina introdotta con il c.d. “Codice Rosso” hanno portato all’adozione del provvedimenti cautelari nei confronti dei tre uomini.
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