GIOIA TAURO «Se c’è un dato che ci restituisce questa come altre attività è che Gioia Tauro è tornato ad essere uno degli scali principali per il passaggio di droga». Così commenta il procuratore capo della Dda, Giovanni Bombardieri, il sequestro record di più di una tonnellata di cocaina, effettuato dai carabinieri del Ros e del comando provinciale, insieme alla Guardia di Finanza e ai funzionari dell’Europol al porto di Gioia Tauro. «Nel 2016/2017 da una parte avevamo registrato un cambio nelle rotte del traffico di cocaina, dall’altra anche grazie alle nostre indagini e alla cooperazione internazionale c’erano stati una serie di sequestri sia nei Paesi d’origine delle spedizioni, sia in diversi scali europei in Spagna e Belgio. Questo, come altri sequestri ci suggeriscono che la tendenza stia cambiando e Gioia Tauro stia tornando ad avere un ruolo fondamentale».
Il sequestro del carico record di cocaina – chiarisce il procuratore – «non è frutto di un’attività investigativa mirata, ma di un sistema di controlli basato su un modello di analisi del rischio che sta dando i risultati». Grazie all’analisi di una serie di fattori di rischio, gli investigatori hanno ormai affinato la capacità di individuare i container sospetti fra le migliaia che vengono spediti da una parte all’altra del globo su un’unica nave. E proprio così è stato individuato il carico di coca sequestrato lunedì mattina. «Ma quest’attività – promette Bombardieri – non è la fine ma l’inizio di un’indagine». (a.c.)
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