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Sanità, i sindaci della Provincia di Cosenza bussano alla porta del ministro Speranza

La Conferenza dei primi cittadini della provincia di Cosenza chiede un incontro per affrontare le criticità: «In Calabria è emergenza sanitaria»

Pubblicato il: 14/11/2019 – 12:53
Sanità, i sindaci della Provincia di Cosenza bussano alla porta del ministro Speranza

COSENZA La Conferenza dei Sindaci della Provincia di Cosenza sulla sanità, chiederà un incontro al ministro della Salute, Roberto Speranza.
È quanto stabilito dall’assemblea riunitasi a Cosenza ed alla quale hanno partecipato 56 sindaci a rappresentanza di più della metà della popolazione provinciale.
La Conferenza dei sindaci, convocata e presieduta dal primo cittadino di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, in quanto città più grande della provincia, ha anche stabilito di fare il punto con cadenza mensile.
«In questa regione, sulla sanità, i sindaci – ha detto Stasi – hanno sempre subìto decisioni calate dall’alto, rimanendo soltanto i principali destinatari del gravissimo disagio quotidiano patito dalle popolazioni. Siamo noi, infatti, primi cittadini che combattiamo ogni giorno per evitare la chiusura di reparti e quindi la soppressione di servizi fondamentali».
La Conferenza dei sindaci «deve finalmente veder tornare il protagonismo – è andato avanti il sindaco di Corigliano Rossano – delle comunità e dei territori sulla difesa del diritto alla salute, sulla quale altre istituzioni hanno fallito. È sicuramente fallito il modello commissariale. Parte da oggi un nuovo protagonismo dei sindaci per chiedere con urgenza al Ministro il superamento del commissariamento, lo sblocco delle assunzioni e un nuovo modello di sanità per la Calabria. Auspichiamo che altri territori convochino le altre conferenze dei sindaci».
L’assemblea è stata ospitata nella sala del consiglio provinciale di piazza XV Marzo, alla presenza del presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci che nel suo intervento ha sottolineato, tra le altre cose, il malfunzionamento dei Pronto Soccorso legato alle carenze della rete dei servizi sul territorio.
«Insieme – ha detto il sindaco di Cariati Filomena Greco – possiamo entrare nella programmazione e cambiare la sanità calabrese. Dobbiamo lavorare in rete. Occorre darci un cronoprogramma e una tempistica per porre in essere le azioni necessarie».
Di sanità calabrese «in metastasi» ha parlato il sindaco di Caloveto, Umberto Mazza, sottolineando la necessità di mobilitarsi rispetto al passato.
Virginia Marotti, primo cittadino di San Marco Argentano ha definito l’incontro «un evento storico perché ha radunato tanti sindaci che per la prima volta discutono di sanità e lavorano per risolvere i tanti problemi». Sulla stessa linea i primi cittadini di San Giovanni in Fiore e Castrovillari, Giuseppe Belcastro e Mimmo Lo Polito: entrambi hanno espresso soddisfazione per la prima assemblea sulla sanità dopo anni di silenzio.
Tra gli altri intervenuti anche il sindaco di Marzi, Rodolfo Aiello, di Piane Crati, Michele Ambroggio, di Crosia Antonio Russo, di Paola, Roberto Perrotta e del presidente dell’Anci Calabria, Gianluca Callipo.
Tra i più “colpiti” per la chiusura dell’ospedale, il sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, il quale ha definito come «drammatica ed al collasso» la sanità calabrese.
«Non si riescono a garantire né l’assistenza ospedaliera né le emergenze-urgenze ed addirittura mancano i medici di base nei piccoli comuni dell’entroterra. Vi è la necessità di superare al più presto l’emergenza con l’assunzione veloce del personale sanitario, sopratutto sviluppare una idea di sistema sanitario calabrese. Non si può vivere alla giornata».
«I nostri ospedali non hanno medici – ha concluso il sindaco di Acri, Pino Capalbo – le assunzioni devono essere sbloccate». (lula)

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