di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Mani che si stringono e che insieme, con forza e dedizione, sostengono i più deboli, gli indifesi. Occhi segnati dalla stanchezza ma vivi e illuminati dalla consapevolezza e dall’importanza di aiutare il prossimo. È in questa direzione che si muove il sostegno offerto dalla Caritas Diocesana a Lamezia Terme, attraverso un percorso battuto da decine di volontari che portano con sé esperienze dall’alto valore umano e sociale, grazie ad un’attività intensa e quotidiana. La fatica qui non si sente, basta un sorriso o solo un abbraccio per essere ripagati per gli sforzi compiuti. E i volontari sono davvero tanti: c’è chi, ad esempio, si occupa della mensa, chi del sostegno su strada e chi ancora del sostegno e dell’integrazione delle tante famiglie rom presenti a Lamezia.
Un intreccio di vite e storie mentre sullo sfondo rimangono tutte quelle difficoltà quotidiane che attraversano uno strato sociale cittadino sempre più denso. Dalle difficoltà economiche, all’istruzione, passando per i servizi sociali essenziali. È dunque in questo contesto che opera la Caritas diocesana lametina, guidata da don Francesco De Cicco e dal suo vice, don Giacomo Panizza, già alla guida della Comunità Progetto Sud proprio a Lamezia Terme.
Ci sono poi le testimonianze dirette, quelle di chi ogni giorno si adopera concretamente per portare aiuto e sostegno ai più bisognosi. Sono loro i volti più importanti di un’organizzazione che da anni opera in città.
Come Alessandra Cugnetto che opera nel centro di ascolto diocesano e in particolare riferimento alle famiglie rom di Lamezia: «Dall’ascolto – ci racconta – si progettano dei percorsi specialistici. Come ad esempio quello che riguarda il laboratorio di alfabetizzazione per la lingua italiana riservato ad un piccolo gruppo di mamme rom. Mi occupo anche della realizzazione – insieme a loro – di un piccolo laboratorio sulla genitorialità e insieme a noi – ci spiega – operano tanti volontari, insegnanti o dottori in pensione che si mettono a disposizione per la comunità».
C’è poi Fiorina Montuoro, altra volontaria della Caritas lametina che opera nel servizio Unità di strada: «È un modo per andare in contro alle persone, anziché aspettarle dietro ad una scrivania, andiamo noi da loro. Abbiamo organizzato delle uscite serali, di martedì e giovedì dalle 19 alle 21, nel corso delle quali incontriamo le persone bisognose donando loro beni di prima necessità, un pasto caldo o una bevanda calda per riscaldarsi durante l’inverno, o beni di conforto come coperte, giubbotti e vestiti per affrontare al meglio la notte».
E tra i servizi più importanti offerti dalla Caritas, probabilmente quello più evocativo, c’è poi la mensa: «Apriamo già alle 10 di mattina con l’arrivo delle cuoche, ci racconta Maria Concetta Briatico. Si tratta comunque di un servizio che non andrebbe avanti se non ci fossero loro e tutti i volontari. Dopo la preparazione del pranzo e della sala, si avvia il servizio attorno alle 12.20».
«Vengono qui in tanti – dice ancora Maria Concetta – tra chi ha bisogno di cibo e chi magari solo di conforto e una stretta di mano o un abbraccio. La mensa diventa così un luogo di accoglienza e condivisione. Tra loro ci sono una ventina di lametini, uomini e donne di mezza età mentre la gran parte sono stranieri. In totale sono 80 i pasti al giorno che distribuiamo e da gennaio 2019 ad oggi siamo arrivati ad oltre 19mila».
Tre giovani, dunque, che rappresentano l’immagine migliore di Lamezia Terme. Quella di una comunità attiva e pronta a rimboccarsi le maniche per offrire un sostegno concreto a chi è in difficoltà. (redazione@corrierecal.it)
https://www.youtube.com/watch?v=5tj5DAiA7s4&feature=youtu.be
x
x