ROMA «Ha poco senso commissariare l’intero settore della sanità, mettendo in ginocchio tutti i servizi, anche quelli che funzionano bene, con il blocco generale delle assunzioni di personale. Andrebbero piuttosto effettuati commissariamenti mirati per risolvere le singole criticità». Lo ha detto il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri al convegno della Cisl medici Campania, che si è tenuto a Napoli, dedicato al futuro della professione medica. «L’uscita di una Regione dal commissariamento nella sanità – ha aggiunto – va sempre vista favorevolmente. Sono dell’idea che le modalità di affiancamento alle Regioni in piano di rientro vadano riviste».
Sileri ha poi parlato di temi più prettamente sindacali. Sul tavolo del ministero della Salute, ha confermato, «c’è anche il rinnovo dei contratti della sanità privata. Auspico – ha continuato – che in futuro vengano offerti salari migliori. Se la professione del medico ha perso attrattiva è anche per colpa di stipendi poco competitivi con il resto d’Europa e per ritmi di lavoro spesso estenuanti dovuti alle carenze di personale».
Per colmare le lacune e garantire il buon funzionamento dei servizi sanitari regionali, ha detto il viceministro, «è già stato fatto qualcosa. Il Governo precedente ha aumentato di 1800 unità le borse di specializzazione e grazie al decreto Calabria oggi è possibile assumere gli specializzandi al quarto e quinto anno”. Ma «confido – ha aggiunto Sileri – che nella manovra per il 2020 possano esserci duemila posti in più per la formazione specialistica».
Laddove l’emergenza è più grave – e come misura transitoria – il viceministro ha valutato la possibilità di ritardare il pensionamento dei medici per coprire gli organici e dare una giusta assistenza ai pazienti, «purché – ha sottolineato – rinuncino all’eventuale posizione apicale che rivestono, assicurando il ricambio generazionale». Un altro tema affrontato è stato quello delle aggressioni nei confronti del personale sanitario. «Un fenomeno che va contrastato ristabilendo un rapporto di fiducia medico-paziente e migliorando i percorsi di assistenza tra il territorio e l’ospedale. Se si danno risposte adeguate, non si alimenta ansia e si creano meno facilmente tensioni».
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