LAMEZIA TERME «Ho presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno sul contenuto delle recenti dichiarazioni di Ruggero Pegna, candidato sindaco di Lamezia Terme, relative al presunto collegamento elettorale tra un candidato in una lista dello sfidante Paolo Mascaro e un soggetto da poco arrestato per usura ed estorsione, tra l’altro assieme accusato di detenzione abusiva di armi comuni da sparo e di materiale esplosivo». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito, che precisa: «Se fosse provato questo collegamento elettorale dell’arrestato con un candidato di Mascaro, saremmo di fronte a una vicenda allarmante, che confermerebbe tutti i dubbi che io e il Movimento 5 Stelle abbiamo sollevato nel tempo sui rapporti politici ed elettorali riconducibili all’ex sindaco di Lamezia Terme, Comune sciolto per infiltrazioni proprio durante il suo mandato».
IL CASO FURCI La notizia alla quale si riferisce il deputato Giuseppe D’Ippolito è deflagrata ieri in un tam tam inarrestabile: Carmelo Furci, 48 anni – arrestato nei giorni giorni scorsi per i reati di estorsione e usura e ulteriormente indagato, in seguito a una perquisizione, per detenzione abusiva di armi comuni da sparo e detenzione illecita di materiali esplosivi ed esplodenti – al momento degli scrutini per il rinnovo dell’amministrazione comunale era presente ai seggi allestiti nella scuola media Manzoni. Inizialmente era circolata la voce, falsa, che Furci fosse rappresentata di lista, notizia subito sgonfiata dalle verifiche. Furci, questo è assodato, era presente davanti a quei seggi e – da quanto emerso dal tam tam e poi dalle parole di Ruggero Pegna, durante una trasmissione di confronto tra i due candidati a sindaco avviati al ballottaggio del 24 novembre prossimo – sosteneva il candidato consigliere, nella lista Assieme Mascaro Sindaco, Giancarlo Nicotera. Ma, in realtà, non è chiaro cosa abbia fatto e come si sia comportato esattamente durante la sua permanenza alla Manzoni. «La politica deve riuscire a fare pulizia al suo interno lentamente ma ci deve riuscire – ha detto ieri Pegna nello stralcio di trasmissione che è stato mandato online –, perché non è possibile che l’altro giorno sia stato arrestato un signore che il giorno prima era rappresentante di lista, parliamo di Carmelo Furci». Alle richieste di chiarimento da parte di Mascaro e degli intervistatori di Calabria News, Pegna ha risposto: «Ha partecipato alla campagna elettorale dell’avvocato Nicotera». Si è poi corretto il tiro dicendo che Furci non era rappresentante di lista ma orbitava nel seggio e avrebbe avuto problemi con un presidente di seggio. Ma tutto questo resta da verificare e accertare. Comunque pare che durante le perquisizioni a Furci (ne abbiamo scritto qui) – che tra l’altro sta affrontando un processo, in fase preliminare, con l’accusa di associazione mafiosa quale presunto appartenente alla cosca Greco – non sia stato trovato materiale da campagna elettorale.
VERIFICARE ALLA SVELTA «Si tratta allora – sottolinea il deputato 5 Stelle – di verificare alla svelta il caso in questione ed anche le storie personali dei candidati nelle liste dei due aspiranti sindaco giunti al ballottaggio». «Ricordo – sottolinea il deputato del Movimento 5 Stelle – che con il nuovo articolo 416-ter è punito chiunque accetti in via diretta e immediata o tramite interposta persona la promessa di procacciare voti fatta da un appartenente ad associazione mafiosa. La pena è aumentata della metà se il beneficiario di quei voti viene poi eletto». «Per evitare l’ennesimo scioglimento del Comune di Lamezia Terme – conclude D’Ippolito – avevamo chiesto controlli, a partire dalle singole forze politiche, con piena coscienza di tutti i danni prodotti alla comunità locale dallo scioglimento e dal commissariamento per ‘ndrangheta. Lamezia Terme non può subire ancora, per responsabilità che all’occorrenza sono dei vecchi partiti, l’onta di un nuovo scioglimento e l’ennesima compressione della democrazia».
LA REPLICA DI NICOTERA: «BUGIE E FANGO» A stretto giro la replica dell’avvocato Giancarlo Nicotera: «Spiace che il candidato Ruggero Pegna, che mi auguro abbia una fedina penale cristallina come la mia, dica cose assolutamente menzognere ed infondate dissertando falsamente su Paolo Mascaro e sulla mia specchiata storia personale e familiare. Rimango basito. Non è dicendo bugie o gettando fango sugli avversari – continua Nicotera – che crescerà il suo consenso. L’unica verità è che da oltre 15 anni sono legale di fiducia di Carmelo Furci, nei procedimenti a suo carico, essendo io un avvocato penalista, con lo stesso, pertanto, ho avuto rapporti professionali. Rilevo pure che lo stesso non risulta essere mai stato rappresentante di alcuna nostra lista. Prendo atto – conclude Nicotera – che il Pegna ha inteso condurre una campagna elettorale di un livello mai visto prima al quale non mi abbasserò mai, per me il rispetto dell’altro viene prima di tutto».
MASCARO ANNUNCIA QUERELA «Essendo oggettivamente falsa – ha commentato invece Mascaro – la notizia diffusa in una trasmissione televisiva dal candidato a sindaco Ruggero Pegna sull’essere rappresentante di lista della nostra coalizione un soggetto arrestato nei giorni scorsi ed indagato per gravi reati, si è reso doveroso sporgere sul punto denuncia querela. Formuliamo ancora l’auspicio che la campagna elettorale possa, nel reciproco rispetto delle parti, indirizzarsi nuovamente ed unicamente sui programmi e sul futuro della nostra Lamezia e non su diffamatorie affermazioni o su attacchi personali».
PEGNA: «CI SONO INDAGINI IN CORSO» Pegna invece rincara la dose: «In base al racconto dei presenti e alle indiscrezioni sulle indagini in corso, tale signor Furci avrebbe avuto anche discussioni nel seggio a tutela dei voti dell’avvocato Nicotera, suo legale da molti anni. È evidente che, qualora non fosse rappresentante di lista, ma si fosse comunque comportato da tale, si tratterebbe di un episodio ancor più grave per il quale, non a caso, c’è l’indagine in corso di cui si è avuto notizia. Sottolineo che la domanda del giornalista chiedeva esplicitamente come deve comportarsi la politica di fronte ai problemi delle infiltrazioni mafiose, alla quale ho dato una approfondita risposta e solo in conclusione ho citato questo caso come esempio. Non mi preoccupa la querela di Mascaro, in quanto ho solo riferito un episodio già oggetto di immediata indagine e riportato da numerosi presenti. Peraltro, non ho attribuito a lui alcuna responsabilità. Spero – conclude Pegna – che l’episodio sia chiarito per come necessario. Le persone oneste di Lamezia ne comprendono la gravità, visto peraltro la situazione complessiva in cui si trova la Città. Mi sorprende che il problema, per alcuni, non sia un simile episodio ma chi lo riferisce, stampa compresa».
A fare eco a Pegna sono i coordinamenti lametini di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Udc «L’avvocato Giancarlo Nicotera, professionista specchiato, è troppo intelligente per non capire la gravità di quanto sta accadendo a Lamezia Terme. Il fatto che una persona coinvolta in una delicata operazione di polizia abbia svolto aperta attività di sostegno in seggio elettorale, poco importa se da rappresentante di lista o da semplice supporter, suscita legittime perplessità. Siamo certi che anche l’avv. Nicotera condivida l’esigenza di non lasciare alcuna ombra sul voto di Lamezia Terme anche alla luce delle motivazioni del decreto di scioglimento. Nessuno può esporre la nostra città al rischio del quarto scioglimento per infiltrazioni mafiose. Ci aspettiamo, per la stima che nutriamo verso l’avvocato Nicotera, che egli prenda nettamente e ufficialmente le distanze da quanto avvenuto in alcuni seggi elettorali, elemento che non riscontriamo invece nella sua precisazione che appare piuttosto mirata ad eludere la sostanza del vero problema».
«NESSUNA SITUAZIONE DI DISTURBO» La Polizia di Stato, dopo aver effettuato degli accertamenti fa sapere che «non si sarebbero verificati problemi o situazioni di disturbo ai seggi domenica scorsa a Lamezia Terme dove si è votato per l’elezione del nuovo sindaco e del nuovo Consiglio comunale».
Gli agenti avrebbero effettuato delle verifiche in seguito alle affermazioni fatte ieri durante un dibattito tra i candidati che si affronteranno al ballottaggio del 24,«in relazione alla presunta presenza in un seggio di una persona poi arrestata. Gli investigatori hanno sentito oggi i componenti del seggio in questione, il n. 17, e anche quanti erano impegnati nei seggi vicini per accertare se durante le operazioni di voto si fossero verificate situazioni particolari».
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