di Michele Presta
COSENZA Il passaggio sembrava scontato dopo la nomina a Sottosegretario ai Beni Culturali, adesso Anna Laura Orrico esce allo scoperto e mette le cose in chiaro, «io vorrei poter gestire il Cis di Cosenza e avviare un percorso di concertazione sull’utilizzo dei 90 milioni». La pratica al momento è in stand-by ma entro il 2020 dovrà essere definita. La parte più cospicua dei soldi stanziati dal Cipe dovrà essere utilizzata per il recupero di immobili di interesse culturale e artistico presenti nella parte antica della città, i restanti 30 milioni di euro per finanziare lo sviluppo di attività imprenditoriali sempre sotto l’elegia della cultura e dello sviluppo. È lo stesso Sottosegretario in quota Movimento 5 Stelle a ribadirlo «non possiamo usare questi soldi per ristrutturare edifici privati o fare altri tipi di interventi – spiega Anna Laura Orrico -. Per questo sto pensando di avviare un Cis allargato all’intervento di altri ministeri per risolvere i problemi che riguardano il centro storico di Cosenza. Sono consapevole che 90 milioni destinati a cultura e turismo non bastano. C’è una emergenza sociale nella città vecchia che tutti conosciamo, molti edifici necessitano di interventi di adeguamento sismico per non parlare dell’emergenza abitativa». La deputata cosentina auspica una cambio di passo. Anche perché le beghe politiche che si sono rincorse negli ultimi mesi non hanno prodotto nulla di utile. «Non posso giudicare il lavoro fatto da altri – aggiunge – ma sicuramente non si tratta di realizzare il progetto dell’una o dell’altra parte». E a proposito da clima da campagna elettorale persistente, l’auspicio della pentastellata è che le risorse destinate a Cosenza rimangano fuori dai programmi dei candidati «ma prima di discuterne con chi è impegnato in competizioni elettorali l’ideale sarebbe parlarne con le tante compagini sociali che sono presenti a Cosenza – chiosa -. Il centro storico è di tutti, dovremmo prendercene cura indipendentemente da tutto».
LA CIVICA TRA L’INCUDINE E IL MARTELLO In poco meno di 300 metri da Corso Telesio a Piazza XV marzo a Cosenza i patrimoni librai sono custoditi tra la Biblioteca Nazionale e la Biblioteca Civica. Per quest’ultima l’esasperante massa debitoria (con il demanio dello Stato e i dipendenti) e uno statuto ingessato rendono difficili degli interventi che riescano a dare subito ossigeno. I quattro lavoratori avanzano tra gli 8 e i 9 stipendi e le prosciugate casse del comune di Cosenza e della provincia non riescono a garantire la sussistenza dell’ente. «Vorrei tranquillizzare tutti che mi sto occupando della Civica non solo da adesso ma da quando è iniziato il mio impegno come deputato» chiarisce subito la pentastellata. Per la Civica possono arrivare due finanziamenti. In base a quanto riferito dal Sottosegretario un primo Pon riguarderà i progetti di digitalizzazione dei testi, l’altro è un fondo per il restauro di alcuni corali. «Sono pratiche che da quando mi è stato conferito l’incarico di governo ho cercato di accelerare – spiega Anna Laura Orrico -. Il mio dossier sulla biblioteca è corposo, so benissimo che la situazione debitoria rischia di bloccare l’arrivo dei finanziamenti ed è a questo che stiamo lavorando. Sulla situazione debitoria il ministero non può intervenire direttamente ma stiamo percorrendo altre strade. Il percorso non sarà né breve né semplice ma lavoriamo affinché si possa risolvere positivamente».
L’ART BONUS PER LA BIBLIOTECA NAZIONALE Il risanamento del centro storico ed i guai della Civica sono saltati fuori nel corso della visita della deputata alla “Biblioteca Nazionale”. L’incontro con la direttrice Rita Fiordalisi è stato positivo e per la biblioteca che affaccia sui resti di Piazzetta Toscano si prospettano anni floridi sia in termini progettuali che economici. «C’è la possibilità di poter lavorare attraverso l’Art Bonus dei progetti attraverso le agenzie che operano per conto del ministero – spiega Anna Laura Orrico -. In questo modo riusciremmo ad attrarre investitori privati intenzionati a puntare sulla cultura. Il vantaggio dell’Art Bonus è consente poi di avere un credito di imposta pari al 65% è una occasione da promuovere in questo territorio. Ma ci sono anche altri investimenti, che riguardano sia la rilegatura del patrimonio che esiste in termini di riviste e quotidiani, ma anche tutto il discorso che passa dalla digitalizzazione». (m.presta@corrierecal.it)
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