CATANZARO Dopo l’uscita pubblica del collega Paolo Parentela, che da coordinatore della campagna elettorale del M5S ha chiarito che alle Regionali i pentastellati saranno in campo – e non da alleati del Pd – la deputata Dalila Nesci prova ad accelerare per portare i vertici del Movimento ad accettare la sua candidatura a presidente della Regione. Si tratta, finora, di un’autocandidatura, perché il “capo politico” Luigi Di Maio ha già chiarito che «le regole vanno rispettate e non esistono deroghe». Nesci è infatti al secondo mandato da parlamentare – è stata eletta alla Camera nel 2013, a soli 26 anni – ma al niet dei vertici su un terzo mandato in una carica pubblica ha già opposto l’analogia con il “caso Cancelleri”, supportata in questa posizione dalle ex ministre Barbara Lezzi e Giulia Grillo. E ora che Parentela ha allontanato l’ipotesi del disimpegno in Calabria, Nesci prova a spingere per incassare l’ok (e il simbolo) del M5S per la sua corsa alla Cittadella.
Le sue posizioni sono riassunte in una sorta di “manifesto” pubblicato oggi sul suo blog (potete leggerlo qui). Si intitola “Calabria e giochi di palazzo, verso le Regionali” ed è sostanzialmente un appello ai vertici del Movimento a «non cedere il passo». Nesci ribadisce di essere «a disposizione del M5S per rappresentare la mia terra, perché non potrei mai permettere di lasciare campo libero al solito sistema ben oliato di prebende e di interessi particolari a danno della collettività». Dunque l’appello rivolto direttamente al capo politico e al fondatore: «Chiedo pubblicamente a Di Maio e Beppe Grillo – che detengono il simbolo del M5S – questa possibilità. Oggi dire sì alla mia candidatura significherebbe sostenere una giovane donna (come anche già auspicato da un recente appello pubblico), in un percorso politico che sia: responsabile, pragmatico e trasparente, di aggregazione civica trasversale, aperto a tutti: sia ai militanti di destra o di sinistra, che a tutti quelli che non si ritrovano in alcuna delle attuali sigle di partito. Dobbiamo premiare chi, fino ad oggi, nel territorio calabrese ha resistito fieramente alle ingiustizie e alle vessazioni». L’obiettivo dichiarato è «battere la storica e nefasta logica dell’alternanza calabrese che oggi vede favorito (non certo per meriti) il classico carrozzone del centrodestra con in testa la Lega», con la consapevolezza che i pentastellati «con una candidatura dell’ultima ora o di sola testimonianza» rischiano «senz’appello il “terzo posto” e quindi l’irrilevanza». Mancare questa opportunità senza nemmeno provarci – conclude Nesci – «sarebbe politicamente imperdonabile per noi, per il M5S intero». Basterà a convincere Di Maio e Grillo, e soprattutto gli altri 17 parlamentari eletti in Calabria dal Movimento? Ormai non sembra si debba aspettare molto per scoprirlo.
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