LAMEZIA TERME Ruggero Pegna, candidato della coalizione di centrodestra alle amministrative di Lamezia Terme, torna sul “caso Furci”, esploso in città dopo le sue dichiarazioni nel corso di un programma tv (qui la notizia). E non lo considera affatto chiuso. Pegna, nell’incipit della sua nota, riferisce di un incontro con «il dottore Morelli e il commissario Carito presso il Commissariato di Lamezia, nell’ambito dell’indagine relativa alla presenza del signor Furci (si tratta di Carmelo, uomo arrestato per usura, al quale è stato sequestrato un piccolo arsenale nei giorni scorsi) al seggio 17». Pegna spiega che gli investigatori «hanno confermato che è in corso la relativa indagine che prevede la convocazione in commissariato di tutti i testimoni presenti nei seggi della Scuola Manzoni, dei giornalisti a conoscenza della notizia, ecc».
Gli investigatori avrebbero inoltre spiegato al candidato «che non è stato mai diramato alcun comunicato né dal Commissariato né dalla Questura, in quanto le indagini sono in corso e sono secretate. Pertanto, i comunicati pubblicati da alcune testate che lasciano intendere dichiarazioni ufficiali della polizia di stato sono privi di fondamento, in quanto tratti da un pezzo scritto da una collaboratrice di un’agenzia di stampa. In tale pezzo si parla dell’inesistenza di incidenti nei seggi al termine delle indagini effettuate dalla polizia, modificando la sostanza di questa vicenda».
«Il sottoscritto – continua Pegna –, infatti, non ha mai parlato di incidenti e disordini, come ben si vede nella registrazione televisiva in possesso della polizia, ma della presenza di questa figura nelle sezioni della Manzoni e in particolare al seggio 17, per coincidenza seggio elettorale dell’avvocato Nicotera di cui è cliente. A confermare l’episodio e a parlare di discussione tra il Furci e il presidente del seggio nella trasmissione, non è stato il sottoscritto ma un noto e affermato giornalista. Nell’articolo costruito come se fosse un comunicato della questura, in realtà mai esistito, come mi hanno autorizzato a comunicare gli stessi vertici del commissariato, si lascia intendere che la polizia avesse completato le indagini e accertato l’inesistenza del soggetto presso il seggio numero 17; fatto non veritiero, essendo lo stesso presente fino a tarda notte e, come detto, è ancora in corso la raccolta delle testimonianze dei numerosi presenti».
Pegna riferisce di aver «parlato di questo episodio a precisa domanda sui compiti della politica per allontanare ogni possibile infiltrazione perché, come ben si comprende, la presenza di questo soggetto durante le operazioni elettorali è gravissima, trattandosi peraltro di un Comune sciolto per mafia, indipendentemente se fosse rappresentante di lista; anzi, ancora più grave se non avesse avuto un tale ruolo».
Infine il candidato porge la propria «solidarietà all’avvocato Giancarlo Nicotera, che peraltro ha confermato in un’intervista televisiva quanto da me affermato, cioè che il Furci fosse in questi seggi, porgo la mia solidarietà per essere stato». Nicotera, per Pegna, è stato «suo malgrado e a sua insaputa, come accade spesso, oggetto di campagna e interesse elettorale proprio nel suo seggio da parte del suo cliente. All’onorevole Tassone, che è intervenuto nella questione a difesa del suo rappresentante di partito, esprimo la stessa solidarietà, con un pizzico di disappunto visto che, per la grande esperienza che ha, si è limitato a guardare il dito e non la luna. L’episodio, infatti, è molto grave e potrebbe, purtroppo, già essere l’inizio di una nuova disavventura per questa Città».
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