CATANZARO Il “no” di Florindo Rubbettino alla proposta di Zingaretti arriva dopo tre giorni di riflessione. E di attenta valutazione delle reazioni provocate dalla sua potenziale candidatura a governatore della Regione. La freddezza dei Cinquestelle all’accordo con il Pd, la reazione furiosa dei circoli legati a Oliverio, le “accuse” di vicinanza al centrodestra. Tutto questo ha spinto l’editore di Soveria Mannelli a un rifiuto cortese, come nel suo stile, ma deciso. “Ringrazio le tantissime persone che mi hanno incoraggiato a candidarmi alla Presidenza della Regione Calabria e mi scuso di non averle potute ringraziare una per una – esordisce Rubbettino -. Ho colto soprattutto nei messaggi dei più giovani quell’energia viva che potrebbe davvero cambiare questa terra. E in quelli di tante madri e padri la preoccupazione e talvolta la disperazione per le prospettive che potrebbero attendere i propri figli”.
Per questo l’imprenditore ha interrogato a lungo la propria “coscienza di uomo, di padre e di calabrese. Riconciliare la Calabria, ridarle speranza nelle proprie infinite possibilità economiche, mettere assieme le differenze culturali del territorio per farne una grande ricchezza di tutti sarebbe stato il mio sogno e per questo sogno e per tutte quelle persone che me lo hanno chiesto avrei accettato la sfida e il sacrificio che questo avrebbe comportato”.
Imprese oltre le possibilità, almeno in questa fase. “Purtroppo – spiega Rubettino – ho potuto constatare che non ci sono le condizioni nel quadro politico calabrese per fare tutto ciò. Il campo del centro sinistra è molto più diviso di quello che mi sarei aspettato. Da quanto si legge già dai primi segni sarei stato coinvolto in una lotta dilaniante in cui non si vede volontà di ragionare superando le divisioni tra partiti e all’interno degli stessi partiti, in cui non si sa nemmeno distinguere l’impegno civico per servire la propria piccola comunità, quella più prossima dove crescono i propri figli, dalle logiche di fazione”.
Il passo indietro è legato al ringraziamento per i cittadini, per “il segretario del Pd Nicola Zingaretti e le altre forze politiche che mi hanno onorato del loro apprezzamento”, ma Rubbettino torna al proprio lavoro: “Continuerò a servire questa terra con il mio lavoro, con l’impegno imprenditoriale ed editoriale attraverso il quale ho sempre provato a generare un forte sprone al cambiamento. Farò tesoro di questo immenso capitale di apprezzamento e simpatia che mi è arrivato dai calabresi e non smetterò mai di impegnarmi per la valorizzazione di questa terra e per stimolare idee e progetti di futuro dialogando sempre con le tantissime persone che hanno a cuore questa regione”.
«UN GIORNO TROVEREMO UN CAPITANO» Sulla scelta di Florindo Rubettino interviene, dalla propria pagina Facebook, l’archeologo Francesco Cuteri: «E’ vero, le condizioni politiche rendevano difficile questa candidatura, considerato che molti preferiscono avere la pentola per non avere poi niente da mettere dentro, per nutrirsi, non per mangiare. Rispetto questa decisione, che non aveva alternative. Anche se penso che tanti avrebbero meritato una bella lezione e che intorno a Florindo si sarebbero certamente ritrovati i molti desiderosi di un cambiamento». «Il quadro è drammatico – prosegue l’archeologo –, la nostra nave imbarca acqua da tutte le parti ma resisterà. E sono fiducioso che un giorno troveremo un capitano capace non solo di condurla in porto, per le necessarie riparazioni, ma anche di farle prendere il largo, a vele spiegate. Un caro saluto a Florindo, che ha tutta la mia stima. Le montagne trasmettono il senso dell’attesa e della pazienza, anche quando i lupi sono famelici e si aggirano schizofrenici; il mare trasmette l’idea di un viaggio intramontabile, che non dipende dall’uomo; o da pochi uomini che preferiscono insabbiare i porti. Buona Calabria a tutti…»
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