di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Non collimano, con tre assoluzioni (perché il fatto non sussiste) e tre condanne rideterminate, le sentenze del Tribunale collegiale di Crotone e della Corte d’Appello di Catanzaro riguardo al processo nato dall’operazione antimafia “Kyterion II” contro la cosca Grande Aracri di Cutro.
Il collegio d’Appello – presieduto da Loredana De Franco, a latere Giancarlo Bianchi e Adriana Pezzo – ha assolto l’avvocato Rocco Corda (condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi e sospensione dell’attività forense per tre anni), – difeso dagli avvocati Saverio Loiero, Gregorio Viscomi e Vittoria Aversa – accusato di concorso esterno e di svolgere un ruolo da intermediario negli affari del boss Nicolino Grande Aracri mediante consistenti investimenti finanziari e immobiliari. Assolto Alfonso Pietro Salerno , alias “Fronzo”, condannato a 10 anni di reclusione in primo grado.
Secondo l’accusa Salerno manteneva i rapporti con Gennaro Mellea, boss nella zona del catanzarese, svolgendo la funzione di filtro per le visite all’abitazione di Grande Aracri dei soggetti che provenivano da altri contesti territoriali e che intendevano conferire con il “capo”. Assolto, infine, Salvatore Scarpino, condannato a 10 anni in primo grado.
Rideterminata la pena per Antonio Riillo, Carmine Riillo e Giuseppe Riillo, assolti da un capo di imputazione e condannati a 8 anni di reclusione, 4.000 euro di multa ciascuno (in primo grado erano stati condannati 11 anni).
Confermata, nel resto la sentenza di primo grado: Santo Maesano, 58 anni, nato a Isola Capo Rizzuto, 12 anni; Albano Mannolo, 46 anni, nato a Cutro, 7 anni; Leonardo Mannolo, 28 anni, 7 anni; Vito Martino, 46 anni, nato a Crotone, 15 anni; Domenico Riillo, alias U’ Trentino, 57 anni, nato a Isola Capo Rizzuto, 16 anni.
La seconda operazione Kyterion, con 16 arresti, scatta a gennaio 2016.
Secondo gli inquirenti della Dda di Catanzaro i tentacoli della cosca Grande Aracri di Cutro si sono potentemente ramificati in Calabria e nel Nord Italia, «Con collegamenti e vincoli con altri gruppi autonomamente operanti nel territorio di Crotone, in Emilia Romagna e altri luoghi del Nord Italia e diretta influenza, anche decisionale – si leggeva nelle carte – sulle locali e/o ‘ndrine di ‘ndrangheta operanti nell’area geografica compresa tra Vibo Valentia e Crotone, fino alla provincia di Cosenza, attraverso la fascia jonica della provincia di Catanzaro». Le indagini Kyterion hanno costituto un punto di partenza fondamentale per le inchieste sulla ‘ndrangheta crotonese in Emilia Romagna. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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