di Alessia Truzzolillo
CATANZARO La Regione Calabria ha chiesto di costituirsi parte civile nel procedimento istruito dalla Procura di Catanzaro sulla presunta illecita gestione dei fondi da destinare al teatro. Le accuse contestate sono turbata libertà degli incanti, con riguardo all’assegnazione del contributo per la realizzazione di iniziative culturali, da finanziare nell’anno 2016, nell’ambito della selezione indetta dal dipartimento regionale “Turismo e beni culturali, istruzione e cultura”, e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, con riguardo all’affidamento, da parte del dipartimento regionale “turismo e beni culturali, istruzione e cultura”, nell’anno 2017, di contributi gravanti sul fondo unico cultura. Nel corso dell’udienza preliminare che si è tenuta lunedì – e vede imputati Adriana Toman, 61 anni, accusata di entrambi i reati commessi «sfruttando la posizione goduta in seno alla Regione Calabria per essere la compagna del presidente della Regione Gerardo Mario Oliverio»; Sonia Tallarico, 61 anni, dirigente generale del dipartimento regionale “Turismo e beni culturali, istruzione e cultura”; Antonio Sicoli, 71 anni, critico d’arte, direttore del Maon, Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende”; Gianclaudio Festa, coordinatore dell’avvocatura regionale; Dario Borruto, avvocato dell’Avvocatura regionale; Pasquale Giorgio Piraino, Angela Rotella, e Giacinto Gaetano (rispettivamente presidente e componenti della commissione di valutazione); Marco Silani, direttore artistico della compagnia “Porta Cenere” – la Regione è stata rappresentata non dall’avvocatura ma da un avvocato esterno, Giovanni Caridi.
LE ASSOCIAZIONI Hanno presentato richiesta di costituzione di parte civile le associazioni Officina Teatrale (riconosciuta persona offesa) e Dracma (in veste di associazione danneggiata e portatrice di interessi collettivi). Entrambe le associazioni, rappresentate dall’avvocato Michele Gigliotti, avevano denunciato la presunta mala gestio dei fondi per il teatro.
Il gup Antonio Battaglia si è riservato di decidere sulle richieste di costituzione di parte civile nel corso della prossima udienza fissata per il 21 febbraio 2020. Inizialmente il gup aveva chiesto di rinviare l’udienza a dicembre, poi a gennaio ma su istanza del co-difensore di Adriana Toman, l’avvocato Marcello Manna, che ha invocato «ragioni di opportunità», è stata rinviata al 21 febbraio.
LE ACCUSE Secondo le accuse formulate dalla Procura di Catanzaro – titolari del fascicolo sono il pm Veronica Calcagno e il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla – Toman, Tallarico e Sicoli avrebbero turbato il procedimento per l’affidamento di contributi gravanti sul Fondo unico cultura, eludendo l’affidamento di tali contributi tramite avviso pubblico, come previsto dalla legge. In particolare, a godere della somma di 20mila euro, direttamente affidata, sarebbe stato il Centro per l’arte e la cultura “Achille Capizzano”, diretto da Antonio Sicoli. Tutto sarebbe partito da un «accordo collusivo» tra la Toman e Sicoli. La prima aveva chiesto al direttore artistico il materiale di una mostra sui futuristi, già organizzata da Sicoli, al fine di proporre al Moma di New York di creare un collegamento tra gli artisti calabresi e l’esposizione al Maon di Rende. In cambio la compagna di Oliverio avrebbe segnalato il direttore artistico e la sua struttura alla dirigente Tallarico, organizzando anche incontri negli uffici della Regione durante i quali Sicoli avrebbe chiesto alla dirigente dei contributi per l’organizzazione di alcune mostre, concordando, infine, la cifra di 20mila euro. La somma, affidata senza alcun avviso pubblico ma con decreto dirigenziale, era diretta al Centro “Achille Capizzano” per la realizzazione della mostra “Maon Art Hub la Calabria dal primo 900 ad oggi”. Il tutto, stando alle accuse, in barba alla legge regionale 15 del 2009 che prevede che i contributi del Fondo Unico Cultura devono essere affidati, mediante un programma annuale, con l’adozione di uno o più avvisi pubblici.
Secondo le indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro – cristallizzate nel reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente – Sonia Tallarico, Gianclaudio Festa, coordinatore dell’avvocatura regionale, Dario Borruto, avvocato dell’Avvocatura regionale, Pasquale Giorgio Piraino, Angela Rotella, e Giacinto Gaetano (rispettivamente presidente e componenti della commissione di valutazione) su «istigazione» della Toman e con il concorso morale di Marco Silani, direttore artistico della compagnia “Porta Cenere”, avrebbero turbato la selezione indetta per la realizzazione di iniziative culturali relativa ai circuiti teatrali, suddivisi per Area Nord, Centro e Meridionale.
Per l’area Centro era risultata assegnataria di un contributo di 220mila euro l’Associazione culturale “Officina Teatrale”. Secondo l’accusa, «su impulso di Adriana Toman, investita della questione da Marco Silani» la commissione di valutazione aveva accolto l’istanza di rivalutazione del punteggio assegnato ai vincitori. Il contributo veniva così definitivamente assegnato all’associazione di Silani. Allo scopo venivano interessati Festa e Borruto affinché l’Avvocatura regionale rendesse un nuovo parere che si mostrava contrario ad ammettere l’istanza di rivalutazione presentata da “Officina Teatrale”. Allo stesso tempo, la dirigente Tallarico, in accordo con la Toman, «attraverso plurimi contatti con la Commissione di valutazione, definiva i contenuti della nota da inviare all’Avvocatura regionale» facendo sì che su quest’ultima pesasse la «responsabilità della decisione che la Commissione si limitava a recepire» per assegnare i 220mila euro a “Porta Cenere”. Nel collegio difensivo gli avvocati Sergio Rotundo, Massimo Petrone, Leonardo Maria, Francesco Gambardella, Carlo Morace, Rita De Aloe e Ida Mannarino. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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