ROMA «Il Ministro degli Interni può fare poco sulla giustizia. Può solo chiedere maggiori risorse per assumere personale e agenti, che mancano per colpa del blocco delle assunzioni nel 2010. Salvini ha perso troppo tempo parlando di immigrazione e ha parlato poco di quello che realmente andava fatto per le forze dell’ordine». Così il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. In una intervista a largo raggio, il magistrato ha ribadito le proprie perplessità su un sistema giudiziario che, «così com’è, è troppo farraginoso e non è adeguato alla realtà criminale del 2019. Servono mille riforme da fare contemporaneamente perché il sistema diventi efficace. Ma penso che anche con questa riforma della giustizia si sia persa una grandissima occasione». Si fa poco per prevenire reati che rischiano di rientrare nello spettro di quelli socialmente tollerabili. «Il tetto al contante è importante e serve sopratutto per la piccola e la media evasione. Per la grande evasione serve invece un sistema giudiziario serio, perché vale come un’altra finanziaria. Sento l’espressione “manette agli evasori” da 15 anni. Ma in carcere gli evasori ci andranno non alzando il massimo della pena, ma il minimo. Non esiste una sola ricetta per risolvere il problema, serve la volontà. Per cambiare i costumi di un popolo servono almeno 10-15 anni. Ma quale governo può dire di aver seriamente investito per far funzionare il sistema penale?».
LE «PROVOCAZIONI» DELLA POLITICA CALABRESE Un passaggio il procuratore – sollecitato da una domanda di Lilli Gruber – lo ha dedicato, in senso lato, alle tensioni politiche che si avvertono in Calabria. La data delle elezioni è stata decisa oggi, in un clima caotico, nei vari partiti ancora indecisi sulle alleanza da stringere, ma soprattutto molto divisi sui nodi del candidati governatori. Nel Partito democratico si era sparsa la voce di un “veto” di Gratteri espresso a Zingaretti sul nome di Oliverio per via dei procedimenti iscritti a suo nome: «Si dice che io abbia tanti poteri – ha detto Gratteri –. Oggi sono di Forza Italia, domani del Pd, un altro giorno della Lega. La verità è che ognuno deve cercare di rispondere e difendersi dai reati nei processi. Faccio questo lavoro dal 1986 e non mi preoccupo di queste provocazioni. Ho le spalle molto larghe e sono abituato a questo genere di provocazioni che ovunque e in particolare in Calabria sono all’ordine del giorno. Non faccio e non farò mai falli di reazione, ma questi provocatori devono solo rassegnarsi».
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