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Regionali, Talarico ai progressisti: «Alleanza civica per una rivoluzione culturale»

L’imprenditore delle cravatte scrive ai movimenti civici, alle associazioni e alle forze politiche. Il presidente della Regione Toscana, però, critica la sua candidatura

Pubblicato il: 19/11/2019 – 12:26
Regionali, Talarico ai progressisti: «Alleanza civica per una rivoluzione culturale»

ROMA «Chiameremo subito a raccolta tutti, realizzando un momento di unità culturale e, perché no, anche a difesa della unità d’Italia, tenuta dai populisti come obiettivo recondito. Percorreremo strade, sentieri e mulattiere, sosteremo nelle piazze dei nostri piccoli comuni, nelle aie dei borghi agricoli, parleremo con la gente dei nostri grandi centri, in un modo distinto e distante dalla solita proposta di accaparramento del consenso, ci confronteremo democraticamente. Chiamerò subito tutte le forze migliori ad unirsi in un’alleanza civica in un Progetto che vorrei definire da subito, una rivoluzione culturale che vuole generare la nostra Terra martoriata ed abbandonata da secoli».
Lo scrive l’imprenditore delle cravatte Maurizio Talarico in una “lettera aperta” ai leader delle forze progressiste per spiegare le ragioni della sua corsa con una lista civica alla guida della presidenza della Calabria alle prossime regionali.
«Un messaggio – sottolinea Talarico nella missiva in possesso dell’Adnkronos – voglio inviarlo a tutti i movimenti civici, alle associazioni, ad ogni rappresentanza sociale e, perché no, alle forze politiche che mi stanno sostenendo e che mi vorranno sostenere, alle forze politiche democratiche e progressiste di questa nostra stupenda nostra penisola nella penisola, che ha dato le origini al nome Italia, da questa piattaforma verso il Mediterraneo da sognare e da vivere».
«Voglio inviarlo soprattutto – conclude – a quelle forze che hanno avviato una forte campagna di onestà amministrativa e politica e vogliono realizzare la trasparenza nella vita della pubblica amministrazione, di fare squadra, non per portare consenso a Talarico, ma al bisogno di rinnovamento e buon governo. Faremo in modo, lavorando quotidianamente, insieme alle forze progressiste, insieme ai partiti che vorranno partecipare a questa sfida, insieme alle forze associative e del volontariato, al mondo della cultura e della ricerca, al mondo imprenditoriale, al mondo dello sport, ai giovani – assicura Talarico – che possa concretizzarsi quanto già contenuto nel programma dell’attuale governo diventando la sfida dell’Italia».
«Programmeremo ora con puntualità – sottolinea – il percorso che ci porterà a disegnare una nuova Calabria, quella delle opportunità e della speranza, ti chiedo come chiederò alle forze che mi sostengono, da cui assumerò ogni parte programmatica ed ogni posizione politica utili e finalizzate al disegno appena espresso, di darmi carta bianca per realizzare l’opera più bella che mai ho avuto modo di sognare, una Calabria nota di colore in un passato grigio, che possa essere descritta nella storiografia prossima come una risorsa d’Europa e soprattutto leva sociale nel Mediterraneo da scoprire». (adnkronos)
«GIUSTO CANDIDARE UN IMPRENDITORE DI SUCCESSO?» Sull’ipotesi di candidatura di Talarico si è espresso, nel frattempo, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dal suo profilo Facebook.
«Leggo che in Calabria – scrive Rossi, che si riconosce oggi nel Partito del socialismo europeo – si vorrebbe candidare l’imprenditore Talarico che fa cravatte di buona fattura. Non sta certo a me dire chi dovrà essere candidato presidente per la sinistra in quella regione. Ma mi chiedo: un operaio, un sindacalista, una partita iva, un intellettuale, un ricercatore, un insegnante, un infermiere, proprio non riusciamo a trovarli? In Finlandia i socialisti hanno vinto con un sindacalista. Da noi siamo proprio sicuri che la scelta giusta, come in Umbria, sia candidare imprenditori di successo? Non ho nulla contro gli imprenditori che in molti casi stimo e apprezzo se investono, creano lavoro, pagano le tasse e rispettano i lavoratori. Però dovremmo almeno stabilire un principio di parità e di alternanza: una volta un imprenditore e una volta un operaio. Mi sembrerebbe più giusto. Sarebbe anche il caso di verificare se c’è un minimo di esperienza e attitudine a fare politica. Tutto qui. Ora datemi del comunista che me lo prendo volentieri».

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