Tanti punti interrogativi e uno scenario che si presenta abbastanza inquietante. Sabato sera all’esterno di un locale, il Piper, a Limito di Pioltello, nel Milanese, è avvenuta una sparatoria i cui contorni sono ancora tutti da chiarire. Il bilancio è di un 40enne albanese ferito da un proiettile all’addome, che ora è gravissimo in ospedale, e di un italiano di 45 anni che mezz’ora dopo il fatto si è presentato da solo al Pronto soccorso di Cernusco sul Naviglio con una ferita, lieve, causata da un colpo di pistola. Le prime ricostruzioni fanno pensare a una lite magari scoppiata all’interno del bar e poi degenerata all’esterno, ma col passare dei giorni le indagini dei carabinieri di Cassano d’Adda fanno porterebbero a piste un po’ più precise, sul cui sfondo ci sarebbero il traffico di droga e i boss della ‘ndrangheta in Lombardia. Considerazioni legate soprattutto ai cognomi dei feriti, rivelati oggi da Repubblica Milano: l’italiano ferito è Damiano Maiolo, fratello di Cosimo, 55enne ritenuto il “capo società” di Pioltello, originario di Caulonia e cugino di Alessandro Manno, l’altro boss ai vertici del “locale” lombardo. L’albanese che nella sparatoria ha avuto la peggio sarebbe invece un cugino di Augustin Leka, che il 9 giugno 2007 venne gambizzato da un commando di cui avrebbe fatto parte anche Cosimo Maiolo. Nella condanna a undici anni e quattro mesi nell’inchiesta “Infinito”, al boss calabrese viene anche contestata la detenzione dell’arma che sparò quel giorno. Dodici anni dopo la storia sembra ripetersi con le stesse famiglie e le stesse faide. Ora l’indagine diretta dal pm di turno Giordano Baggio e coordinata dal capo della Direzione distrettuale antimafia Alessandra Dolci dovrà chiarire se dietro la sparatoria ci siano solo vecchie ruggini o disaccordi sulla gestione di nuovi affari. (spel)
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