ROMA Costano molto poco, vengono fabbricate da laboratori illegali riutilizzando sostanze che avevano già evidenziato in farmacologia effetti pericolosi e negativi. Soprattutto determinano enormi guadagni per la grande distribuzione. «Se le sostanze stupefacenti tradizionali portavano almeno 30 miliardi l’anno alle nostre organizzazioni, questo ulteriore sviluppo del mercato porterà maggiori arricchimenti per le organizzazioni criminali». A dirlo è il procuratore Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero de Raho, intervenuto al workshop sulle droghe sintetiche in corso a Roma. «Alla fine del 2018 sono state monitorate più di 730 sostanze psicoattive e 55 sono quelle individuate per la prima volta – continua Cafiero De Raho – vi è una proiezione sempre più vasta verso il consumo delle nuove sostanze psicoattive sia in forma pura che non. Un problema emergente a livello internazionale, dove vengono continuamente inserite nuove molecole per eludere i controlli istituiti nei Paesi». Il panorama legislativo mostra un quadro «di grande difficoltà quando si opera al contrasto e alla diffusione delle sostanze. La prevenzione è fondamentale – rimarca il procuratore – ma noi purtroppo interveniamo nel contrasto e nella repressione il più delle volte. Dovremmo avere un ministero della Sanità che continuamente aggiorni le tabelle». Queste nuove sostanze sono prodotte da «aziende chimiche e farmaceutiche in grossi quantitativi al di fuori del nostro Paese. Provengono dalla Cina e dall’India, poi sono trasformate in Europa in altri prodotti e a volte vendute alla luce del sole. L’Europa, oltre che rotta di transito, è anche una regione produttrice di cannabis e droghe sintetiche». Cafiero De Raho parla di «mercati interconnessi e dominati dai gruppi della criminalità organizzata. Per la cocaina l’Africa, i Balcani e il Medio Oriente sono le principali rotte della droga. Seguono il Messico, gli Stati Uniti e il Canada, da cui poi si arriva in Europa settentrionale. In Italia ci sono i porti di Genova, Livorno e Gioia Tauro. Ma in Europa ci sono anche Anversa, Amsterdam e Rotterdam, dove la ‘ndrangheta la fa da padrona per avere reti strutturate in tutta Europa e broker nei paesi produttori». Sull’eroina prevale «l’organizzazione nigeriana con una capacità di distribuzione straordinaria sul territorio. Operano come gruppi mafiosi – aggiunge De Raho – esercitando gestione e traffico di sostanze stupefacenti anche in Europa e in Italia. Lo stesso vale per i gruppi albanesi. Lo sottolineo per evidenziare che le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di cocaina, eroina, hashish e marijuana hanno delle organizzazioni che operano sul territorio ed utilizzando una catena di distribuzione che fornisce anche le nuove sostanze psicoattive. Queste non nascono dal nulla o solo nel web, ma sono gestite da organizzazioni criminali e utilizzano reti ben radicate sul territorio: Camorra, ‘ndrangheta, Cosa Nostra, le mafie pugliesi e i gruppi albanesi». Al dettaglio la vendita è effettuata «da contatti diretti fornitore-consumatore – specifica il procuratore Antimafia e Antiterrorismo – le piattaforme online sono reperibili nel web di superficie, compresi i negozi online e le piattaforme social media. Sul dark net occorrono invece gli specialisti e dal 2010 sono apparsi più di 100 mercati dark net online. L’attività di monitoraggio della Polizia postale – conferma De Raho- nel 2018 ha poi portato a controllare 33.086 siti internet e 2.182 sono stati quelli inseriti nella black list. Il traffico internazionale è, inoltre, dominato da gruppi transnazionali e in questo contesto la ‘ndrangheta è la più capace a muoversi in Europa, Canada, Australia, in America Latina e ora riesce ad utilizzare anche il canale africano». Le organizzazioni criminali «non si muovono con forme tradizionali come gli omicidi, loro intervengono solo se necessario. Gli omicidi – puntualizza – sono diminuiti in modo straordinario, ormai sono interessati ad altro. Accanto alle organizzazioni mafiose lavorano gli enti economici e noi dobbiamo contrastarli sotto l’aspetto patrimoniale. Istituti bancari e finanziari sono di grandissima utilità nel segnalare le operazioni sospette. La repressione, inoltre, non può essere l’unico strumento di contrasto delle sostanze stupefacenti e del crimine organizzato e non. Una grande collaborazione deve venire dalle scuole e dalle famiglie», conclude Cafiero De Raho.
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