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Il battesimo di "Italia Viva" a Catanzaro, tra Regionali e buone intenzioni

Il coordinatore nazionale dei renziani Ettore Rosato nel capoluogo. «Oliverio poteva essere un buon regista e invece sta danneggiando il suo partito». Il centrodestra? «Non esiste più». E il candid…

Pubblicato il: 23/11/2019 – 13:20
Il battesimo di "Italia Viva" a Catanzaro, tra Regionali e buone intenzioni

di Maria Rita Galati
CATANZARO Né a destra né sinistra. Nel grande centro di una politica che «guarda al futuro con grande responsabilità», con la finalità di portare risposte e prospettare soluzioni come dote di una classe dirigente nuova. E non nel senso anagrafico ma nell’impostazione: non è nuovo un partito che spazza via i “vecchi”, perché «non è detto che i giovani siano sempre il meglio». Basterebbe partire dalla costruzione di un partito che, per una volta, sia in grado di fare squadra e pensi a spendere il suo tempo per occuparsi di ambiente, salute, cultura, infrastrutture, legalità invece di pararsi i colpi dagli accoltellatori di professione. “Italia Viva” dovrebbe essere tutto questo e molto altro nelle intenzioni dei “padri” fondatori calabresi, con un renziano doc e della prima ora come Ernesto Magorno, senatore ex democrat e sindaco di Diamante, in trasferta a Catanzaro in compagnia dell’ex deputata Stefania Covello, del deputato eletto in Oceania (originario di Guardavalle) Nicola Carè e di Silvia Vono, la senatrice che stamattina all’Hotel Perla del Porto di Catanzaro ha giocato in casa, e che sulla «scelta coraggiosa» di lasciare il Movimento 5 Stelle per aderire alla squadra renziana ha fatto un investimento politico. Ospite d’onore del tour calabrese che parte dal capoluogo il coordinatore nazionale di “Italia Viva”, l’asburgico – come ama definirsi – Ettore Rosato che detta la linea e alleggerisce il peso senza trascurare il valore della responsabilità della chiamata alle armi per cambiare rotta.
ITALIA VIVA A BATTESIMO CON UNA SOLO SQUADRA «Oggi si comincia con un lavoro che deve essere continuo – ha esordito Rosato tirando le somme di un “battesimo” un po’ convention e un po’ assemblea, con intervalli poetici come il richiamo a Leonida Repaci affidato alla interpretazione di Alberto Micelotta -. Se volevamo fare la stessa cosa delle formazioni politiche esistenti stavamo nei contenitori politici da cui proveniamo». Secondo Rosato, in Italia non esiste più il centrodestra, ma solo una destra a cui fanno capo Lega, Fratelli d’Italia e perfino Casa Pound con Berlusconi che fa l’occhiolino e riconosce Salvini come leader, mentre dall’altra parte «c’è una sinistra che usa strumenti antichi per risolvere problemi nuovi. Noi andiamo a colmare uno spazio vuoto. Anche Salvini cerca di farlo, facendo leva sulle paure che alimenta e poi dice di risolvere. Noi lo facciamo pensando a chi si vuole assumere la responsabilità del futuro. Non è una questione generazionale ma di responsabilità, ci occupiamo del futuro con contenuti non di slogan». Pensare al futuro significa guardare all’ambiente, alle infrastrutture, alla sanità – «e qui qualche responsabilità su sanità c’è inutile cercarla da altra parte – dice Rosato -. Per costruire un partito diverso, prima di tutto bisogna costruire una squadra, non dieci. Il nostro è un partito che vuole essere rappresentativo, la società civile è indispensabile nel contributo che deve portare alla politica». Il vademecum del buon renziano di Italia Viva aggiunge «alla qualità del “responsabile” anche un dirigente che non litiga, che riconosce le qualità e le sa valorizzare». Come aveva anticipato Margono parlando di Italia Viva come il partito dei municipi e della legalità, quello di Renzi sarà il partito degli amministratori: «Quando uno è legittimato dal voto popolare non c’è nessun partito che spiega agli eletti come amministrare, il partito deve stare accanto. Proviamo a metterci insieme».
REGIONALI, IN CALABRIA MOLTA CONFUSIONE Ovviamente, a margine dell’iniziativa, il vicepresidente della Camera e coordinatore di Italia Viva non poteva che essere sollecitato sulla questione principe del momento in Calabria: le Regionali. «Vediamo cosa succede in questa regione dove mi sembra che ci sia molta confusione politica. Abbiamo depositato il nostro simbolo un mese fa. Siamo preoccupati per una mancanza di progettualità: al massimo si parla di nomi e invece secondo noi ci vorrebbe un’idea, un progetto, in discontinuità anche con quanto avvenuto in questi anni e che rilanci questa terra, affronti i problemi che non sono pochi e valorizzi le sue potenzialità – ha detto Rosato, parlando poi del “posizionamento” del partito -. Se ci dicono chi sono i candidati ne discutiamo, ma sostenere uno che ancora non è candidato mi sembra improponibile. Se tutti gli altri si ritirano stiano tranquilli che magari una proposta adeguata la troviamo, ma non espressione di un partito ma di un mondo in questa terra che ha bisogno di un grande rinnovamento della classe dirigente». Sul presidente in carica aggiunge: «Noi pensiamo che ci voglia discontinuità. Dal presidente Oliverio sarebbe stato utile in questi mesi un lavoro per costruire una candidatura credibile, che tenesse conto anche delle cose positive fatte in questi anni ma che rilanciasse nella consapevolezza degli errori e delle cose su cui invece non si è lavorato con compiutezza. Poteva essere un regista di questo processo, invece mi sembra che continuare a dire che la sua candidatura è in campo non aiuta a tenere unito uno schieramento che poteva allargarsi anche vista la fragilità di questo centrodestra, che none esiste più, non esiste in Italia e nemmeno in Calabria». Al candidato del Movimento 5 Stelle in Calabria, Rosato fa gli auguri: «Non mi sembra che non sia nemmeno all’ordine del giorno questa vicenda, non so nemmeno chi sia il candidato».
MAGORNO: RIPARTIRE DAI MUNICIPI Nella Calabria delle torri e dei campanili, quindi, come richiama Magorno, “Italia Viva” deve guardare ai piccoli comuni. «Bisogna ripartire dai municipi soprattutto nella nostra regione perché sono la prima frontiera, questa legge finanziaria – denuncia Magorno – non guarda alle necessità dei piccoli comuni». Con «le mani nel fango», Renzi torna in campo con i suoi fedelissimi che hanno l’ambizione di parlare di occupazione, richiamando l’esempio del presidente della Regione Campania De Luca che per creare posti di lavoro usa i fondi europei. “Cosa che avrebbe potuto fare anche la Calabria, infatti – dice ancora Magorno – il mio giudizio negativo sulla giunta regionale è politico: la boccio perché non ha avuto capacità di dare risposte alla Calabria che si aspettava. Dobbiamo imparare usare fondi europei per mettere in campo un grande progetto per occupazione, che significa combattere la malavita». L’applauso, Magorno lo strappa ringraziando forze dell’ordine e magistratura, con il procuratore Gratteri in prima fila e l’auspicio di costruire «una forza politica che affronti i problemi e sia trasparente».
Di occupazione e legalità aveva parlato anche Sebastiano Barbanti, già deputato democrat, introdotto da Fabio Antonio Cerra, un giovane che ha dato la parola alle testimonianze di quattro giovani di altrettante aree della Calabria: Antonio Gatto (Area Centrale); Paolo Paparo (Reggino); Francesco Alberti (Cosenza); Enrico Iaccino (ricercatore dell’Università di Catanzaro).
«Noi cerchiamo soluzioni al problema, noi non cerchiamo nemici come fanno gli altri, la propaganda che vince – afferma Barbanti -. La parola chiave è lavoro di cittadinanza, non reddito». Una giornata di festa, la visita di Rosato in Calabria, per Stefania Covello che invita a guardare avanti ricordando però i provvedimenti positivi del Governo Renzi per il Mezzogiorno, ricadute poco valorizzate come quella rottamazione fatta di una lanciafiamme che in Calabria non ha portato alcuna discontinuità. E se Nicola Carè vorrebbe portare l’esperienza delle persone che si trovano all’estero con l’energia della Calabria nel cuore quasi per portare la regione nel mondo, Silvia Vono rimarca che “Italia Viva propone un progetto nuovo in un clima di mediocrità e di ricorsa alle poltrone regionali. «Il nostro partito vuole portare uno scossone: il coraggio di cambiare attraverso il dialogo con la gente, tornando nei territori, facendo delle scelte». Progettare, creare, realizzare infrastrutture, quelle che arriveranno nel Sud per un totale di 20 miliardi, di cui un milione e mezzo in Calabria, grazie all’impegno di Italia Viva nella modifica della Finanziaria. La sfida è quella di mostrarsi diversi nei fatti, e non solo nelle intenzioni. Silvia Vono chiama con orgoglio sul palco una delegazione di amministratori che hanno deciso di aderire a Italia Viva: una squadra di ex sindaci (come Leo Procopio, Anna Maria Cardamone, Antonio Biamonte), ex vice presidenti di Provincia, ex vice sindaco, ex assessori. Quello degli “ex” un primo step, alla prossima rassegna si attende l’adesione di sindaci in carica e amministratori titolari. (redazione@corrierecal.it)

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