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Assunte e poi licenziate dal Comune, il caso di 5 assistenti sociali di Crotone

Il bando, nell’ambito del progetto Pon, è stato emanato a maggio del 2018 e le graduatorie sono uscite sei mesi dopo. Ma i contratti sono stati annullati dopo il ricorso al Tar di un’altra concorrente

Pubblicato il: 25/11/2019 – 17:02
Assunte e poi licenziate dal Comune, il caso di 5 assistenti sociali di Crotone

di Gaetano Megna
CROTONE Assunte e poi licenziate. È l’amara esperienza fatta da cinque giovani donne che hanno partecipato ad un bando del Comune di Crotone per il reclutamento di cinque assistenti sociali a tempo pieno e determinato. Il bando – nell’ambito del progetto Pon inclusione – è stato emanato il 30 maggio del 2018. Dopo la pubblicazione sull’Albo pretorio del Comune, con una determina dirigenziale del 4 settembre 2018 si è proceduto alla nomina della commissione esaminatrice, che ha concluso la propria attività il 28 gennaio del 2019 trasmettendo la graduatoria degli ammessi. Il giorno dopo, il dirigente del settore Servizi sociali ha preso atto della graduatoria di merito, ma il 20 marzo scorso lo stesso dirigente ha dovuto procedere, con un’altra determinazione, all’annullamento del contratto della quinta classificata, in quanto «avrebbe avuto una durata stabilita dalla data di sottoscrizione fino al 31 dicembre 2018, termine oltrepassato per i tempi richiesti per l’espletamento della procedura di reclutamento». Le assunzioni, quindi, da cinque passano a quattro. Non passa molto tempo perché anche gli altri quattro contratti vengono annullati per il ricorso al Tribunale amministrativo della Calabria di una concorrente che aveva subìto danni per il conteggio errato dei titoli ed era stata esclusa. Il Tar ha, infatti, riconosciuto alla ricorrente «la decurtazione di due punti» e l’errata attribuzione di punteggio alle vincitrici. In sostanza alle prime quattro della graduatoria erano stati attribuiti punteggi non dovuti (tre punti, due punti, due punti e 0,5 punti), consentendo così di collocarsi ai primi posti della graduatoria. Sempre il Tar, poi, avrebbe rilevato che le vincitrici «non avrebbero svolto pregressi rapporti di pubblico impiego a tempo indeterminato o determinato, per come prescritto dall’art. 5 della lex specialis ma attività libero professionali». L’esperienza lavorativa nel pubblico impiego avrebbe consentito alle concorrenti di avere riconosciuti punteggi aggiuntivi nella graduatoria, che sono stati ugualmente ed erroneamente attribuiti per l’attività libero professionale. Preso atto della sentenza del Tar, lo scorso 22 novembre, con la determina dirigenziale n. 2347, sempre il dirigente del settore, procedeva alla risoluzione anticipata dei contratti di lavoro. Il problema che adesso si pone è se chi ha lavorato “indebitamente” avesse diritto ad essere retribuito. (redazione@corrierecal.it)

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