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«Capitan Findus, queste sardine non abboccano»

di Maurizio Alfano*

Pubblicato il: 25/11/2019 – 7:56
«Capitan Findus, queste sardine non abboccano»

Stipati come delle sardine, esili come delle acciughe e affumicati come delle aringhe. Può essere nato questo movimento dall’esile pensiero di pochi ragazzi affumicati dal tabacco che rullano nelle cartine pieni di pensieri stipati come delle sardine. Ma per fortuna e finché dura c’è.
Sì, per fortuna. Poiché risulta sempre più evidente la dissonanza cognitiva del nostro tempo, quell’interruzione di una cinghia di trasmissione valoriale che non riesce a raggiungere più uomini e donne sempre più preda di populismi che inneggiano alla separazione, all’autosufficienza, ai confini quando essi stessi con le loro teorie liberiste hanno contribuito prima però a globalizzare l’economia e così distruggere i sogni dei singoli.
Gli scienziati dicono che siamo fatti di atomi, ma un albero mi ha sussurrato che siamo fatti di sogni, un’onda mi ha detto che siamo fatti di viaggi, un bambino che gioca con le fate mi ha raccontato che siamo fatti di meraviglia. Ecco allora ripresentarsi quell’imprevisto che si chiama amore, consapevolezza, ragione che porta migliaia e migliaia di giovani in tutt’Italia intrisi di meraviglia ad autodeterminarsi, a prendere una posizione, a dire da che parte stare. In un momento in cui la vigliaccheria di taluni comportamenti ogni giorno con le sue azioni tradisce, ferisce e mente nelle singole azioni quotidiane come nei comportamenti collettivi offendendo i sogni e massacrando ogni speranza, ecco arrivare inaspettata la precisione del caso che mette ogni cosa al suo posto.
No, niente oroscopi, vaticini, deliri, dei, profezie più o meno annunciate, poiché il tempo vissuto restituisce imperiosa nella sua apparente casualità la precisione degli eventi susseguenti. E così finisce che per caso ti trovi in maniera imprevista a vedere quello che per mesi hanno tentato di nasconderti, proprio come accade anche nelle relazioni personali. Quello che ora, populisti, nazionalisti, sovranisti, suprematisti tentano da mesi di nascondere alle masse rese sempre più indifferenti per indurle a non ragionare in un’ottica di prospettiva e che per questo credono meglio trovare rifugio negli slogan, nelle frasi intrise di odio che non riconosciamo più che appaiono dare risposte e soluzioni immediate. Perché credere nell’amore verso l’altro diverso da noi, anzi al contrario va osteggiato, umiliato, respinto.
Si preferisce oramai il paradiso in terra e non più quello dei cieli. E se a prometterti tutto ciò è un capopopolo, un condottiero, un buon pastore come qualcuno sta riuscendo a fare, ecco che le masse in preda al pericolo invasioni di bestie straniere si rifugiano nella violenza dei comportamenti e delle azioni conseguenti. Ma è la precisione del caso a rimettere tutto in discussione a ripristinare seppur per un istante le cose ricollocandole al loro vero posto e in questa direzione il popolo delle sardine, il movimento delle acciughe, o la massa delle aringhe ci scuote proprio come fanno in natura quando nei mari eludono i predatori come gli squali, o come le persone che tradiscono ideali o sentimenti. Le sardine sono qualcosa in più, sono quel vento di un movimentismo transnazionale che scuote tante aree del mondo. Sono quella brezza che come sberla ti scuote e ti fa vedere la vita o la società per quella che è.
Le sardine sono la risposta più bella e pulita contro chi macchia l’amore del singolo, come la speranza di un collettività. Benvenute tra noi. Non è un movimento emotivo, ma un movimento attivo, un moto ondoso nel mare dell’indifferenza dove galleggiano squallidi ideali proni al soddisfacimento personale e giammai collettivo. Ci sono ideali e forme di amore però, che non si possono chiudere in una scatoletta di sardine, e loro ci stanno dicendo proprio questo. Capitan Findus, queste sardine non abboccano
*Ricercatore e studioso dei fenomeni migratori

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