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C’è (già) maretta in Italia Viva: giovani messi da parte e in rivolta

Mugugni dopo l’incontro di presentazione del partito di Matteo Renzi a Cosenza. Porco si rifiuta di intervenire, i motivi sarebbero da ricercare nel poco spazio concesso alla linea verde del partit…

Pubblicato il: 25/11/2019 – 13:25
C’è (già) maretta in Italia Viva: giovani messi da parte e in rivolta

di Michele Presta

COSENZA Non è tutto oro quel che luccica in casa Italia Viva. Nei renziani si è creata una spaccatura, quanto profonda sia ancora non è dato saperlo; ma l’appuntamento di Cosenza potrebbe segnare un punto di non ritorno. Neanche a dirlo, il problema è quello della rottamazione e di chi da rottamato diventa rottamatore. Un deja vu in salsa democratica come quando Matteo Renzi raggiunse la leadership del partito sfruttando le simpatie dei decani del Pds.
La convention stile Leopolda del cinema Modernissimo di Cosenza per alcuni delusi dal neonato partito è da bocciare. Il problema come al solito, sarebbe lo spazio (risicato) riservato ai giovani e quello (più ampio) previsto per chi già aveva ruoli di primo piano all’interno del Partito Democratico. Insomma questo «avocare a sé» tutti i meriti da parte di Ernesto Magorno, Stefania Covello e Silvia Vono a qualcuno non va proprio giù. I messaggini dei curiosi che alla passeggiata serale su corso Mazzini hanno preferito accomodarsi nel cinema sembrerebbero avere questi toni: «Ma siete sempre gli stessi». E giù le giustificazioni. Prima a Catanzaro, poi a Cosenza. Il vice presidente della Camera in quota Iv, Ettore Rosato, è stato marcato ad uomo sempre dalle stesse persone. Ma è all’appuntamento di Cosenza che si verifica il corto circuito.
Il sindaco di Aprigliano, Alessandro Porco, chiamato ad intervenire sul palco si rifiuta di parlare preferendo lasciare la sala. Un po’ di imbarazzo, poi tutto è proseguito ma è la bolla che esplode. Porco, sull’accaduto ha preferito non rilasciare dichiarazioni, certo è che il suo rifiuto considerando anche l’impegno profuso per il primo incontro ufficiale in Calabria nel suo comune e poi l’intervento alla vecchia stazione della Leopolda, suggeriscono che ci sia più di uno scontento tra i “renziani” calabresi. Deus ex machina della serata cosentina Stefania Covello. L’ex piddina ha gestito tutto nei minimi particolari e ha anche concluso con il suo intervento l’appuntamento cosentino. Ad alcuni tutto questo spazio riservato all’ex parlamentare e alle persone che politicamente le sono vicine sarebbe andato di traverso. Non è da escludersi dunque che potrebbero a questo punto crearsi di già due correnti, una più “blasonata” l’altra più giovane. Non sono comunque segnali da sottovalutare. Circa l’andazzo della riunione cosentina sarebbero stati informati Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. Quanto la “questione calabrese” possa interessare al quartier generale di Italia Viva è ancora una da capire, di sicuro, il rifiuto di Porco potrebbe rappresentare l’inizio di una battaglia generazionale politica che non sa di novità ma che certamente fa pensare al partito nuovo con i problemi vecchi.
MUGUGNI DA CATANZARO Anche da Catanzaro arrivano critiche alla gestione della fase iniziale nel percorso del partito di Matteo Renzi. È il responsabile del comitato Italia Viva Catanzaro, Vitaliano Caracciolo, a farsene portavoce in una lettera aperta alla senatrice Silvia Vono. Caracciolo, riferendosi all’iniziativa dello scorso sabato, la definisce «una riproposizione di cliché già visti. Un padrone di casa, ospiti illustri, figliocci istruiti a dovere e, infine, una passerella per ex amministratori (spacciato per amministratori in carica) che hanno suscitato l’ironia di molti». Tra l’altro, segnala «che, né fra gli ospiti e né fra relatori e invitati sul palco ci sia stato un “catanzarese”». E che «nessun cenno ai Comitati e ai tanti iscritti spontanei sia stato fatto da quel palco». Questo nonostante sul territorio ci siano militanti e dirigenti storici «che, non da un paio di mesi, ma da oltre sette anni si occupano di innovazione politica seguendo Matteo Renzi e che sono stati sempre in prima fila nelle battaglie ideali senza infingimenti e non lesinando sforzi intorno ad un’idea». Caracciolo e altri renziani della prima ora, evidentemente, si sentono messi da parte a favore delle blasonate new entry. «Capisco perfettamente – continua – che per acquisire alcune peculiarità ci voglia tempo e impegno, ritengo, tuttavia, che per costruire una nuova casa tutti insieme non c’e bisogno di un solo direttore dei lavori e di tanti manovali. C’è bisogno di condivisione iniziale e di poco protagonismo. In molti come me sono usciti da un partito con queste caratteristiche per sentirsi liberi e non più succubi del protagonismo della ditta. Ci faccia una cortesia, la prossima volta cerchi di farsi aiutare di più da chi questo mondo lo pratica da sempre» (m.presta@corrierecal.it)

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