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Così la 'ndrangheta monopolizza il mercato delle aste immobiliari

Numeri impressionanti, meccanismi che sfuggono ai controlli della Banca d’Italia, prestanome e bonifici esterovestiti. Il sistema raccontato da Milena Gabanelli su Dataroom del Corriere della Sera

Pubblicato il: 25/11/2019 – 21:13
Così la 'ndrangheta monopolizza il mercato delle aste immobiliari

ROMA «Siamo un Paese all’asta: 245.000 esecuzioni ancora aperte ed a guadagnarci è la ‘ndrangheta».
L’ultima inchiesta di Milena Gabanelli, su Dataroom del Corriere della Sera, racconta il mondo delle aste immobiliari in Italia. E il modus operandi col quale la ‘ndrangheta attinge a piene mani in un mercato sempre più remunerativo.
«Molte società aprono finte ragioni sociali all’estero – spiega la Gabanelli – per poi avviare una succursale italiana che provvede all’acquisto, pagando con bonifici che provengono per esempio da Malta, Lussemburgo o altri paradisi fiscali. A quel punto neanche la Banca d’Italia riesce a intervenire. Soltanto attraverso una richiesta di rogatoria internazionale alla quale non sempre i Paesi rispondono – rimarca – sarebbe possibile verificare l’origine del denaro».

La giornalista sciorina, quindi, dati legati alla ‘ndrangheta, emersi in un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia che «ha recentemente sequestrato alla ‘ndrina calabrese Grande Aracri di Cutro 146 appartamenti nel parmense e nel nord-est».
Tutti «comprati all’asta utilizzando dei prestanome e con bonifici esterovestiti». A Tempio Pausania e Livorno, per esempio, «sono finiti agli arresti giudici e periti perché avevano costruito un sistema di turbative d’asta a danno dei potenziali acquirenti. L’avvocato Biagio Riccio, presidente di Favor Debitoris, sostiene che sarebbe sufficiente che il Mef o l’Agenzia delle Entrate emanassero una circolare con la quale si chiede di inserire all’articolo 586 del codice di procedura civile, tra le parole “Avvenuto il versamento del prezzo” e “pronunciare decreto” le seguenti quattro righe: “Il Giudice dell’Esecuzione deve sospendere la vendita quando appare che il prezzo offerto sia notevolmente inferiore a quello di mercato, ovvero quando la provenienza del pagamento appaia illecita”. Fra le migliaia gli emendamenti proposti nelle norme in approvazione a fine anno – si chiede in chiusura Gabanelli – si troverà la volontà politica?»
I numeri enucleati dalla giornalista sono da «Paese all’asta». Così definisce l’Italia, mentre «le banche, con i tassi in picchiata, propongono mutui per acquistare casa impensabili fino a qualche anno fa. Il posto fisso è sempre più raro – racconta ancora Dataroom – e di conseguenza sempre più rischioso il vincolo di un prestito a lungo termine. La contabilità fa impressione. Al 2018 si sono accumulate 245100 esecuzioni immobiliari, 1il 19,46 solo in Lombardia, il 78% ad uso residenziale, il 7% sono uffici o negozi, il 3% capannoni, il 10% terreni».
In tutto questo mercato a sguazzare è la ’ndrangheta.

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