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«Le "Sardine" pronte alla mobilitazione in Calabria»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 25/11/2019 – 9:28
«Le "Sardine" pronte alla mobilitazione in Calabria»

Incutono paura le “Sardine” e producono tensione tra le schiere leghiste che mal sopportano il confronto con la democrazia e cominciano ad impattare con la pochezza della loro tradizione specie nel confronto con i giovani che scendono per strada con la forza della loro civiltà.
A Fiorenzuola, in provincia di Piacenza, un docente di scuola media superiore che si è definito “razzista” e filo leghista ha imparato a dovere la lezione e non ha esitato a minacciare di ritorsioni i suoi alunni se avessero osato manifestare contro Salvini assieme alle “Sardine”. Non ha avuto il coraggio di dirglielo in classe, ma lo ha scritto su “Faceboock”. Adesso rischia la sospensione.
A parte questi episodi di intolleranza che denotano paura, c’è da chiedersi se l’Italia, seppure a distanza di 76 anni dalla caduta del fascismo, possa pensare di finire nelle mani della Lega di Salvini e, quindi, del sovranismo. Quest’ultimo, detto per inciso, si è astenuto di recente dal votare una proposta di legge della senatrice Liliana Segre per l’istituzione di una commissione parlamentare sul razzismo e l’antisemitismo. Secondo Salvini, infatti, una commissione del genere non avrebbe avuto senso «perché in Italia non ci sono fascisti!». Evidentemente, mentre rilasciava la dichiarazione, non gli sono venuti in mente “Forza Nuova” e “Casa Pound”; e non ha neppure considerato a ciò che spesso avviene sugli spalti di alcuni campi di calcio dove le tifoserie organizzate si comportano usando metodi fascisti. Ma è da giustificare perché dopotutto il Segretario della Lega ha mantenuto un comportamento consono con la sua fede politica che gli ha impedito in passato, e anche da ministro dell’Interno, di definirsi antifascista.
Ecco una delle risposte al perché della presenza delle “Sardine”. Il Movimento virale è nato per iniziativa di quattro giovani (Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappaloni e Andrea Garaffa) che si sono affacciati per la prima volta sulla scena politica scegliendo Bologna in occasione dell’avvio della campagna elettorale della Lega. È stata una iniziativa al grido di “Bologna non si Lega” che ha radunato attorno ai quattro giovani ben settemila persone. È stato l’inizio di una affermazione, di una grande partecipazione di popolo che, nonostante talune campagne di stampa, continua a mietere successi.
Ed eccoci in Calabria, regione nella quale il prossimo mese di gennaio, come in Emilia Romagna, si vota per le regionali. Nel capoluogo calabrese c’è una donna, Jasmine Cristallo, che nei mesi scorsi, in occasione di un incontro politico di Salvini a Catanzaro, gli fece trovare lungo il percorso i balconi delle abitazioni tappezzati di striscioni (uno per tutti: “I terroni non dimenticano”). Jasmine Cristallo che è referente regionale delle “Sardine”, non demorde e promette che per la prossima campagna elettorale il suo gruppo si farà sentire; non esclude neanche di favorire «un patto civico tra le forze che si oppongono al segretario della Lega». Insomma “mala tempora currunt” nel capoluogo della Calabria.
Certo la contestazione in campagna elettorale è importante, ma in Calabria il male peggiore resta la mentalità che è il modo consolidato di tentare di aggirare le regole e trovare la strada meno tortuosa per giungere alla meta. Naturalmente è un “marchio” che non conosce confini regionali, ma in Calabria spesso viene considerato come il modo di fare, la certezza, il sistema che rientra nel novero delle possibilità che ha un nome e si chiama: “voto di scambio”. Non ha paternità, né colore politico; è praticato da sempre e da tanti. Così come spaventa e preoccupa la leggerezza con la quale si ritiene di avere il diritto di combattere quanti hanno avuto l’ardire di lanciare sfide personali contro il parere del partito di appartenenza. È il caso di Mario Oliverio che insiste nel riproporre la sua candidatura alla Regione nonostante il “niet” del suo partito. Roma, infatti, sembra non voler tenere conto del direttivo della provincia di Cosenza che si è schierato al fianco di Oliverio e di quello di Crotone che, soltanto alcuni giorni fa, ha votato a larghissima maggioranza un documento con il quale si chiede alla segreteria nazionale che il candidato per la presidenza della Regione Calabria sia scelto con le “primarie”, ribadendo comunque il sostegno al presidente uscente.
Insomma in Calabria la matassa sembra ingarbugliarsi sempre più con Oliverio già in campagna elettorale, determinato a non mollare forte del sostegno di molte piazze.
*giornalista

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