LAMEZIA TERME «Si è conclusa, per me, una nuova avventura, inimmaginabile fino a un mese e mezzo fa. Essere stato candidato a sindaco della mia città da alcuni partiti, in un momento difficile della sua storia, è stato un atto di stima, un pensiero che ho apprezzato, una scelta che ho accettato per dna, sempre pronto a dire sì ad ogni nuova sfida quando penso di poter contribuire a qualcosa di utile; mai a tirarmi indietro». Ruggero Pegna racconta così la propria esperienza da candidato a sindaco del centrodestra a Lamezia Terme. Esperienza chiusa con la sconfitta al ballottaggio, che il promoter considera comunque positiva. «Ho conosciuto – dice Pegna – tanti giovani, molte parti della mia città che non conoscevo, i problemi di tanta gente. Ne esco arricchito, seppur mortificato da tante offese gratuite lette sui social per il solo fatto di essermi candidato. Il rispetto della persona, dei sacrifici di una vita, dell’impegno culturale, umanitario, sociale e civile, che ho sempre profuso in ogni mia attività, in ogni mio scritto e testimonianza, avrebbero meritato il rispetto di tutti, sopra ogni cosa e sopra ogni tifoseria, queste più da curva ultras che da competizione politica». Troppa cattiveria nel mondo social, «un aspetto su cui, oggi, bisogna molto riflettere, perché la libertà di espressione della rete non deve mai essere un pericolo per la democrazia, una gogna per nessun uomo che si presta al servizio di qualsiasi causa, seppur in contrapposizione ad altri». Pegna parla di una «corsa veloce, difficile e in salita, ma vissuta con serenità, la stessa che oggi mi ha fatto tornare con il sorriso, senza macigni sulle spalle, dietro la mia scrivania». E ringrazia chi gli ha chiesto di rappresentare il «cambiamento per una città importante, ma mortificata, abbandonata e umiliata». Questa delusione è stata «espressa» dai lametina attraverso «un’astensione significativa e preoccupante, vera vincitrice di questa consultazione elettorale».
Pegna, che considera «inaspettato» il risultato ottenuto, spiega poi che «da consigliere comunale» non sarà «il capo dell’opposizione, termine che non mi appartiene, ma un cittadino che esprimerà consenso e dissenso, proposte, sulla base di principi e visioni utili alla Città, senza politichese o strane logiche da politicanti»
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