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«Salvate il Centro di neurogenetica di Lamezia»

di Fondazione TrasPArenza

Pubblicato il: 25/11/2019 – 13:38
«Salvate il Centro di neurogenetica di Lamezia»

Un appello pressante va indirizzato al nuovo ministro della Salute, Roberto Speranza, che si conosce come sensibile alle problematiche che infieriscono crudelmente sulle condizioni di vita della società civile nazionale. Un invito al presidente Oliverio e alla sua giunta a fare ciò che sino ad oggi ha trascurato e che rischia di rendersi causa della sospensione delle ricerche portate avanti nel Centro di neurogenetica diretto dalla scienziata Amalia Bruni, allieva della premio Nobel Rita Levi Montalcini.
Una sorveglianza in tale senso va invocata a cura del nuovo sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, al quale va il nostro benvenuto e l’augurio di un buon lavoro.
Il Centro di neurogenetica regionale, da tempo operativo presso il presidio ospedaliero lametino, è uno strumento di eccellenza, quella reale, fondamentale per lo studio delle demenze, con un’incidenza prevalente della malattia di Alzheimer.
Nonostante tutto questo, prevalgono il disinteresse, il silenzio e l’inadempimento dell’obbligo sancito dalla legge regionale n. 9/2007 (art. 19, comma 5), che impegnava tutte le Giunte successive ad erogare annualmente 500 mila euro in favore del detto Centro per consentirgli la continuità della ricerca scientifica – i cui esiti sono riconosciuti in tutto il mondo – nonché di quello di erogare nei confronti dello stesso un’ulteriore somma di 200 mila euro, a mente della legge regionale n. 44/2016, per l’anno 2019.
Ebbene, a fronte di tutto questo, ancora nulla!
Né i quattrini di ieri (2007), né quelli di oggi, né tampoco indicazioni in tal senso che lascerebbero ritenere, così come sarebbe avvenuto ovunque, indispensabile ogni azione utile alla accelerazione della piena attività dei veri punti di eccellenza che la Calabria della Salute possa vantare ovunque. Tale è il Centro diretto da Amalia Bruni!
Una perla diretta prevalentemente da professionisti dipendenti dell’Asp di Catanzaro e da contrattisti, che a livello comunitario verrebbero identificati come cervelli utili alla collettività, costretti a campare con quattro soldi.
Prescindendo dalle elezioni regionali, oramai alle porte, occorrerebbe che imparassimo prioritariamente a difenderci le nostre ricchezze, quelle che ci inorgogliscono, che ci rendono famosi per i risultati e, soprattutto, per le speranze che le difficili ricerche possano trasformarsi in soluzioni da spendere in favore di chi soffre.
Le patologie neurogenetiche, soprattutto l’Alzheimer, rappresentano uno dei drammi che affliggono le famiglie del mondo intero, che meriterebbero una maggiore attenzione e maggiori investimenti, in risorse umane e finanziarie, nel Paese e ovunque.
Il Centro di Lamezia ha diritto ad esistere e a mettersi alla prova in una siffatta dura battaglia.
Lo sta facendo con quattro soldi, che peraltro gli vengono pure lesinati, piuttosto che attraverso l’attenzione dell’intero Consiglio regionale, che dovrebbe proporre invece all’attenzione nazionale un atto di generosità collettiva del tipo una delle finalità del Telethon.
Che i trenta consiglieri, prima di cessare il loro mandato, si adoperino nella loro interezza a sollecitare in tal senso il Presidente del Consiglio, che sappiamo sensibile ad un tale genere di istanze.

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