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«Sostegno e aiuto contro la violenza sulle donne»

di Angela Robbe*

Pubblicato il: 25/11/2019 – 19:15
«Sostegno e aiuto contro la violenza sulle donne»

La violenza contro le donne continua ad essere al centro del dibattito pubblico persino in un’epoca che si professa civilizzata come la nostra il fenomeno sta raggiungendo dimensioni che definire barbariche è poco. I dati dimostrano che la modernità è arrivata quasi in tutto: nella tecnologia, nei trasporti, nelle comunicazioni, nell’alimentazione. Ma rapporti più civili tra i sessi sembrano essere ancora una conquista lontana.
Nel primo semestre del 2018 il Telefono Rosa ha registrato 4 mila 664 telefonate, il 53% in più dell’anno precedente. La maggior parte delle violenze contro le donne avviene tra le mura domestiche: nell’82% dei casi si tratta di un familiare che, nel 62% dei casi, è indicato dalla donna come l’ex partner. La maggior parte dei carnefici ha le chiavi di casa.
Secondo il rapporto “Questo non è amore 2019”, presentato dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, in occasione del 25 novembre, 
8 donne vittime di violenza su 10 sono italiane, così come nel 74% dei casi i carnefici sono maschi italiani. Preoccupante la frequenza con cui si verificano gli abusi: 88 casi al giorno, uno ogni 15 minuti. Questa è la media registrata nel solo mese di marzo 2019.
In Italia ogni 7 minuti un uomo stupra o tenta di stuprare una donna. Ogni 3 giorni nel nostro Paese un uomo uccide una donna. Minacciare, umiliare, picchiare: ma la violenza contro le donne non é soltanto lo stupro consumato. La violenza di genere non è solo l’aggressione fisica di un uomo contro una donna, ma include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze sessuali, persecuzioni. Molteplici violenze in una parola sola: “femminicidio”.
Frustrazione, non realizzazione personale dell’uomo, difficoltà sul lavoro o nella vita, insoddisfazione, sono solamente le motivazioni superficiali di questi eventi. Più in profondità si può trovare il mancato riconoscimento dell’identità delle donne e del fatto che esse hanno, al pari degli uomini, il diritto di realizzarsi e di decidere ciò che è meglio per loro stesse. Recenti ricerche dimostrano che le violenze familiari sono la prima causa di morte nel nostro paese e le donne sono le vittime nel 70,7% dei casi”: uccise principalmente da mariti, fidanzati, partner ed ex partner, nella maggior parte dei casi italianissimi. prevenzione, coraggio. Prevenzione: quando vediamo che con il ragazzo conosciuto a scuola, nel rapporto di coppia, nel rapporto familiare, con gli amici, in qualunque contesto qualcosa sta iniziando a non girare per il verso giusto, bisogna immediatamente agire. Far presente che quella frase, quella avance, quel modo di fare non rispetta né la persona né la donna che siamo, è il primo passo per evitare brutte conseguenze: bisogna mettere dei paletti ogni volta che è possibile, perché la violenza contro le donne è un fenomeno che inizia piccolo e quotidiano, e va fermato proprio a questo livello.
Ci sono tanti passi da compiere prima che questo obiettivo possa essere finalmente raggiunto. Per farlo occorre dare piena attuazione alla Convenzione di Istanbul e lavorare su molti aspetti della nostra società. Primo fra tutti la cultura del rispetto e delle pari opportunità.
La domanda che ci facciamo nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e non solo oggi, è: che fare? Due parole: coraggio e prevenzione. Luciana Litizzetto dal palco di Sanremo, qualche anno fa ci ammoniva, in maniera efficace: «Un uomo che ci picchia non ci ama, o quantomeno ci ama male. Un uomo che ci picchia è uno stronzo, sempre, e dobbiamo capirlo al primo schiaffo»: bisogna quindi lasciarlo immediatamente.
Ci vuole coraggio per spezzare la catena, per denunciare e rivolgersi a un centro antiviolenza (e in Calabria ce ne sono 13) perché da sole non è possibile uscirne. Servono sostegno, facce amiche, aiuto anche legale e psicologico: sono disponibili anche strutture apposite, come i Centri per gli Uomini maltrattanti. Infine, la violenza sulle donne è una questione culturale: bisogna cambiare atteggiamento, quella che con un modo di dire molto in voga di questi tempi si chiama narrazione. Non è più accettabile tollerabile sentire che un uomo uccide una donna per amore. L’amore è un’altra cosa, e non toglie la vita alle donne.

*assessore regionale al Welfare

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