di Alessia Truzzolillo
VIBO VALENTIA Era armato e potenzialmente pericoloso Giuseppe Salvatore Mancuso quando i carabinieri hanno fatto irruzione nell’abitazione di Zaccanopoli in cui si nascondeva. Ma, soprattutto, c’è il forte sospetto da parte degli inquirenti che si preparasse a un’azione di fuoco, visto che nel corso della cattura è stato trovato un fucile era a lunga gittata con delle ottiche particolari capaci di mettere a fuoco un bersaglio anche da lunghissima distanza e 9mila euro in contanti. Latitante dal dal 7 settembre 2018 all’indomani della collaborazione con la giustizia del fratello Emanuele Mancuso, Giuseppe Mancuso – ricercato da oltre un anno – si era allontanato dagli arresti domiciliari concessi in seguito alla condanna a 11 anni e sei mesi di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico nell’ambito dell’operazione denominata “Mediterraneo”. Anche suo padre Pantaleone, detto “l’ingegnere” si era nascosto ma era stato catturato a Roma. Non si era allontanato molto, invece, il figlio Giuseppe che durante il raid dei carabinieri «non ha avuto tempo di opporre resistenza ma era molto armato e le armi ce le aveva a portata di mano», ha spiegato il maggiore Valerio Palmieri, comandante del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia.
A Zaccanopoli Mancuso viveva nell’abitazione di un insospettabile, un 19enne della zona, Francesco Pugliese, e in casa al momento della cattura si trovava anche la compagna Luisa Maria Borrome, 40 anni della Repubblica Domenicana, arrestati per favoreggiamento e detenzione abusiva di armi. A portata di mano aveva una pistola che non ha usato ma, soprattutto, nell’abitazione è stato trovato un fucile a lunga gittata, passamontagna, e parecchi munizionamenti. «Questo ci fa pensare che si stesse organizzando qualcosa – dice il maggiore Palmieri – Provvidenzialmente siamo riusciti a intervenire prima che qualcosa potesse succedere».
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«Il latitante – spiega ai giornalisti Gianfranco Pino, comandante dei carabinieri di Vibo Valentia – come sempre accade è rimasto in zona. Si trovava a Vibo Valentia per mantenere controllo territorio. È una giornata di festa per l’intera città, visto che oggi abbiamo assicurato un delinquente alla giustizia. Quando abbiamo fatto irruzione il latitante si trovava a casa armato con un fucile di precisione dotato di un mirino per colpire alla lunga distanza e di una pistola pronta all’uso. Non ha opposto resistenza, si trovava insieme a due soggetti che ne favorivano la latitanza, un 20enne e una ragazza straniera». «Non sapevamo chi ci fosse – spiega il comandante –, abbiamo fatto una analisi dei movimenti che solo questa notte ci hanno portato alla abitazione di Zaccanopoli». Mancuso è stato trasferito presso il carcere di Vibo Valentia dove dovrà scontare una pena residua di anni 5 e 4 mesi emanata dal Tribunale di Milano oltre che una misura cautelare nell’ambito dell’operazione Mediterraneo della Dda di Reggio Calabria.(a.truzzolillo@corrierecal.it)
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