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«Gli esempi che servono alla Calabria»

di Ettore Jorio*

Pubblicato il: 27/11/2019 – 16:03
«Gli esempi che servono alla Calabria»

L’approssimarsi del voto regionale, che consentirà al nuovo Presidente di riscattare gli ultimi penosi decenni di politica territoriale, quelli che hanno praticamente distrutto la Calabria, deve condurre tutti alla ragione. Quella vera e non già quella cui in tanti fanno fin troppo facile riferimento nel promettere salvo poi proporre soluzioni irragionevoli, ivi compresi frequenti sogni irrealizzabili.
Alla nostra Regione, meglio alla sua rifondazione, occorre soprattutto la verità sullo stato dell’essere, la corretta constatazione da dove ripartire, i costi da affrontare, e non solo economici, e la messa in campo delle intelligenze utili allo scopo. L’obiettivo delle prossime elezioni è quello di recuperare i gap che stanno mettendo spalle al muro le famiglie e le imprese calabresi.
Per riuscire in un tale difficile percorso si renderà necessario l’apporto di tutti, sia da parte di chi conquisterà la massima poltrona della Regione che di quello che farà proprio il primo scranno dell’opposizione.
Per conseguire un siffatto risultato, da raggiungere anche nel più innaturale insieme politico altrove inimmaginabile, si rende indispensabile un grande salto politico-culturale tendente ad evitare che la politica continui a comportarsi così come sta facendo, dividendosi persino tra simili.
La parcellizzazione è divenuta la moda predominante, praticata da tutti e non strumentale alla ricerca della ragione di mettersi d’accordo su come soddisfare le irrinunciabili pretese della collettività bensì nel raccogliere il consenso intorno a taluni piuttosto che tal altri. Il tutto per l’assurdo stare bene attenti a non capitalizzare insuccessi, quelli che potrebbero mettere in pericolo il peso esercitato dal Governo nel Paese e nel Governo.
Così facendo, quella che una volta era la politica sta divenendo uno strumento degenerativo dei credi che furono, delle intelligenze una volta libere e delle saggezze che ancora sopravvivono, spesso disimpegnate a tal punto da costituire quella massa critica, di ben oltre il 50%, che scansa le urne.
A tutti il compito di imporre, di fare prevalere il sano ragionamento politico, l’interesse generale, la solidarietà sociale e la messa da parte degli inutili rigurgiti di orgoglio rispetto al proprio tornaconto personale. Occorre farlo come atto di generosità, di profondo altruismo nei confronti della propria terra e dei propri corregionali, assetati come sono di diritti fondamentali, rei di avere agito con colpa nell’affrontare le scelte di ieri, pregiudicative dell’esigibilità dei diritti sociali ovunque percepiti tranne che qui.
Un invito personale a Mario Oliverio, mio amico da oltre quaranta anni, che dia spazio alla ragione pubblica, alla propria storia e agli alti ranghi della buona politica, quella che ha avuto modo di frequentare nei decenni di militanza passati a sostenere e lottare in favore delle istanze dei deboli e del principio della ragionevolezza.
Alla Calabria necessitano esempi di abnegazione e di capacità nell’individuare attraverso i suoi giovani migliori, nel difficile percorso politico-istituzionale che dovrà affrontare, le soluzioni più favorevoli ad assicurare il suo Rinascimento. È terra non soggetta a riparazioni, troppo grandi e vecchie le sue ferite per rimarginarsi.
Per garantirle la svolta, che la riporti fuori dalla profondità della peggiori classifiche e dai diritti perennemente lesi, sarà necessario programmare il suo stravolgimento in positivo approfittando di quei grandi cambiamenti che il Paese e il suo sistema delle autonomie dovranno affrontare in prossimità dell’attuazione concreta del federalismo fiscale e del regionalismo differenziato. Questi infatti saranno le vere occasioni da non perdere per conquistare finalmente ciò che spetta alla regione più debole del Mezzogiorno, offesa da chiunque. Quella regione responsabile con le sue povertà, la malapolitica e la trascuratezza istituzionale verso il ceti più deboli di aver generato la delinquenza organizzata, la ‘ndrangheta, che sta comprando e dunque preoccupando il mondo intero (Gratteri docet).

*docente Unical

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