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Pecco, la Piazza Etica Calabria Contadina conquista il BonTà di Cremona

Al Salone delle Eccellenze Enogastronomiche dei Territori, il meglio della produzione enogastronomica calabrese, messa da Pecco elegantemente in vetrina, sapientemente raccontata, promossa e fatta …

Pubblicato il: 27/11/2019 – 15:38
Pecco, la Piazza Etica Calabria Contadina conquista il BonTà di Cremona

CREMONA Pecco, Piazza Etica Calabria Contadina, la bella e indubbiamente importante iniziativa di RistorArt, capitanata con grande entusiasmo e spinta emotiva (quella di chi, evidentemente, “ci crede” fino in fondo) da Nicola Capogreco, imprenditore che ha fatto una sua missione personale l’indubbia necessità di promuovere al meglio l’enogastronomia calabrese, e attraverso di essa, in un’ottica di filiera, il turismo gastronomico (vera, se non unica, ma sicuramente principale “vena” aurea dell’economia regionale) è sbarcata nei giorni scorsi a Cremona, dove ha conquistato senza mezzi termini il numeroso pubblico de Il BonTà, il Salone delle Eccellenze Enogastronomiche dei Territori. Tra i 2.000 prodotti artigianali provenienti da 16 regioni italiane, presenti tra i padiglioni di CremonaFiere, grazie all’iniziativa imprenditoriale di PECCO (www.peccocalabria.it) i visitatori hanno potuto assaggiare e scoprire nel dettaglio tante delizie del territorio calabrese. Una vera attività di promozione senza spesa pubblica. Con i suoi prodotti e la presentazione delle rispettive aziende dettagliatamente selezionate sul preciso metro della qualità, della tracciabilità, dell’affidabilità, Pecco ha attratto e incuriosito, facendosi decisamente apprezzare per la specificità e la “bellezza” del suo innovativo progetto nato in Calabria nel 2018 come sintesi dell’esperienza professionale maturata in tutt’Italia, con uno spazio aperto a tutti i consumatori calabresi, quello appunto della Piazza Etica Calabria Contadina, riproposta (naturalmente in dimensioni ridotte, ma uguale nella sostanza) a Cremona, per poter gustare ed acquistare prodotti calabresi di eccellenza a km0, sia sotto forma di materie prime che di prodotto trasformato, ad un prezzo etico, giusto, conveniente ed accessibile. Proprio per tali ragioni al BonTà di Cremona, che ha chiuso questa sua XVI edizione con un bel successo e una gran folla per tutti e quattro giorni di fiera a fare slalom tra la miriade di colorati stand lungo l’area espositiva (aumentata del 25% rispetto alla precedente edizione), uno degli stand più gettonati è stato proprio l’isola di Pecco, dove oltre alla libera degustazione e all’acquisto dei prodotti locali, è stato possibile gustare piatti saporiti e “indimenticabili”. Piatti ben cucinati, con materie prime eccellenti, ma soprattutto (è questo è l’importante: il cosiddetto, e oggi più che mai indispensabile, “storytelling”) sapientemente “raccontati” con cortesia, accoglienza, disponibilità e preparazione. Elementi che hanno reso Pecco, azienda privata, ambasciatore della migliore Calabria ed una concreta opportunità per produttori e consumatori. Una bella “sfida”, certo, un progetto ambizioso e coraggioso, che comunque già ben piantato in Calabria, qui sul mercato “esterno” di Cremona ha positivamente evidenziato tutta la sua fondatezza, la sua efficacia, la sua “bontà”, con l’effettiva possibilità, ora nuovamente testata e comprovata, che si tratti di una bella idea e con ottime prospettive di espansione nel nord Italia ed Europa. All’isola di Pecco, si è registrato davvero un bel via vai, con addetti ai lavori, manager del turismo e della ristorazione, distributori e grossisti, professionisti vari, giornalisti, chef stellati e non, sommelier, personalità locali, e poi una folta delegazione di forze istituzionali lombarde, i premiati di “Calabria a Tavola” e gli “adepti” dell’Accademia Italiana del Peperoncino  Pecco, insomma, avanti tutta per espatriare al nord Italia ed in Europa: da sola, o ancora meglio – come spiega lo stesso Capogreco – in un’ottica di affiliazione, diciamo anche di franchising, con la prospettiva di veder nascere finalmente ristoranti di cucina calabrese, ambasciatori delle ricchezze ma anche delle bellezze calabre, un po’ ovunque, così come da tempo sono nati e prosperati quelli di altre regioni. In effetti, a ben vedere, e chissà perché, ristoranti calabresi propriamente detti, non se ne trovano fuori dalla regione: ce ne sono tantissimi “di calabresi”, di proprietà di calabresi, che fanno cucina calabrese. Ma non con il “marchio” Calabria ben impresso, esplicito. Un fatto, questo, che a Pecco non va giustamente giù, e a cui vorrebbe porre, per così dire, rimedio. Bene per Pecco e per la Calabria della buona tavola, del gusto, della qualità, del corretto comportamento alimentare, del green, dell’eccellenza e del “glocal”. Se noi siamo, come si dice, quello che mangiamo, con Pecco c’è da sperare in un buon futuro.

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