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Corigliano-Rossano, gli atti di Bagnato e i dubbi di Abate sui suoi trascorsi da massone

La senatrice del Movimento Cinque Stelle si chiede il motivo dei tanti atti amministrativi “discutibili”

Pubblicato il: 28/11/2019 – 18:12
Corigliano-Rossano, gli atti di Bagnato e i dubbi di Abate sui suoi trascorsi da massone

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Se Bagnato sia stato un massone, come da egli stesso confermato, nulla quaestio, poiché di associazione che propugna un’ideologia umanitaria si tratta.
Che Bagnato – già commissario straordinario incaricato per la fusione di Corigliano Rossano, recentemente tornato agli onori della cronaca per essere stato per un breve periodo anche il commissario dell’Asp di Catanzaro sciolta per infiltrazioni mafiose – abbia messo in moto azioni amministrative sulle quali si sono concentrate osservazioni critiche, come evidenziato dal Corriere della Calabria, invece interessa alla pubblica opinione. Soprattutto quando un senatore della Repubblica, qual è Rosa Silvana Abate – ai tempi della fusione era una semplice cittadina – da sempre contraria al processo di fusione, tanto da fare apertamente campagna elettorale per il “no” insieme all’ex sindaco (di Corigliano) Geraci, alimenta dubbi e perplessità dichiarando che «le cose non sono chiare nemmeno nel processo di post-fusione tra le città di Corigliano e Rossano».
Tra gli atti di cui nei mesi scorsi si è occupato il Corriere figurano un bando che sembrò penalizzare i dipendenti “rossanesi” (qui), un collaboratore con doppio stipendio (qui), una riorganizzazione comunale con tanto di contratti rinnovati (qui) e un bando pubblico a pochissime ore dal voto (qui), con un commiato fra pochi intimi (qui).
Abate, adesso, chiede «che il prefetto in quiescenza chiarisca i suoi rapporti con la massoneria, ammessi da lui stesso per come emerso negli ultimi giorni». E ciò «non soltanto in riferimento alla gestione dell’Asp di Catanzaro (era stato chiamato a gestirla dopo essere stata sciolta per infiltrazioni ed è stato poi costretto a dimettersi) ma perché le cose non sono chiare nemmeno nel processo di post-fusione tra le città di Corigliano e Rossano».
La senatrice ricorda di aver incontrato il commissario Bagnato dopo l’avvenuta fusione, «con toni tutt’altro che istituzionali», per invitare ad una gestione «equilibrata», ma anche per affrontare le grandi questioni territoriali, dall’Enel, alla riorganizzazione comunale, dall’urbanistica al consumo del suolo, ai servizi ai cittadini ed alle condizioni delle casse comunali.
«Nei colloqui che ebbi con lui – sottolinea ancora la senatrice del Movimento Cinque Stelle – era solito arrivare a discutere con toni tutt’altro che istituzionali, segno del fatto che s’erano toccati dei nervi scoperti. Una amministrazione approssimativa, la sua, che scontentò tutti o quasi. Negli ultimi giorni del suo mandato, ad esempio, preferì continuare a fare altre scelte “politiche” con dirigenti e staff, decisioni che ormai competerebbero al nuovo sindaco e con le quali è andato contro le sue stesse parole quando a febbraio disse che alcune scelte “politiche” che competevano futuro sindaco».
«Non a caso – conclude Rosa Abate – dopo quasi due anni ancora stiamo aspettando la sua relazione sullo stato della fusione per capire cosa si è fatto. Averla ci avrebbe aiutato anche a capire molte cose. Ma forse ci aiuterebbe a capire molte cose, anche sapere di più su questo suo ormai certo rapporto con la massoneria…». Forse aiuterebbe a capire tante cose anche perché avesse una sorta di idiosincrasia verso la “bizantinità”. (redazione@corrierecal.it)

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