CATANZARO Chiedono al Tar di Catanzaro di sospendere il decreto di indizione delle elezioni firmato dal governatore Oliverio lo scorso 25 novembre e «disporre la rimessione alla Corte Costituzionale delle questioni incidentali di costituzionalità» della legge elettorale modificata «nella parte in cui non prevede la doppia preferenza e dunque la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive».
L’associazione What Women Want, rappresentata da Maria Stella Ciarletta, consigliera regionale di Parità, e Biancamaria Rende, consigliere comunale di Cosenza, chiede l’annullamento del provvedimento che porterà i calabresi alle urne il prossimo 26 gennaio, attravero lo studio legale dell’avvocato Rossella Barberio. Per Www, «la legge elettorale regionale sulla scorta della quale sono state indette le lezioni è palesemente incostituzionale. (…) La Regione, obbligata «all’attuazione dei principi costituzionali», non si sarebbe adeguata, nonostante l’associazione ricorrente si sia «fatta più volte promotrice di azioni volte a sollecitate l’adozione da parte del legislatore regionale delle norme elettorali concernenti la parità di genere».
«Per di più – si legge ancora nel ricorso –, le disposizioni volte a garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nell’assemblea regionale, sebbene più volte calendarizzate nell’ultimo anno della legislatura, non sono mai state approvate da questo consiglio regionale e che la Regione Calabria è l’unica regione che non ha ritenuto di adeguarsi alla normativa nazionale».
In sostanza, dunque, «il procedimento elettorale regionale cui ha dato avvio il decreto impugnato, in presenza dell’evidenziato vulnus, non può essere considerato conforme a Costituzione». E il Tar dovrebbe trasmettere gli atti alla Corte costituzionale «per lo scrutinio di legittimità della legge elettorale regionale» e «conseguentemente» annullare «il decreto e ogni atto successivo, derivato e consequenziale».
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