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Lavoro e diritti, il “sacrificio” di Giuditta Levato è un messaggio sempre più attuale

La Cgil Area Vasta e la Flai Cgil hanno ricordato la giovane donna uccisa a Calabricata 73 anni e diventata il simbolo delle lotte per la terra e per l’occupazione

Pubblicato il: 29/11/2019 – 8:22
Lavoro e diritti, il “sacrificio” di Giuditta Levato è un messaggio sempre più attuale

SELLIA MARINA «La storia di Giuditta Levato, che ricordiamo oggi nel giorno del 73esimo anniversario della sua tragica fine, non può essere relegata solo alla memoria e alla tradizione orale, ma deve essere scolpita nella conoscenza, perché è una storia ancora attuale». Nelle parole del segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Raffaele Mammoliti, lo spirito più autentico della scelta di commemorare Giuditta Levato, simbolo delle lotte agrarie e per il diritto al lavoro in Calabria, nella sua Calabricata, frazione del comune di Sellia Marina. La giovane e coraggiosa contadina venne uccisa da una fucilata nel corso degli scontri per la rivendicazione delle terre, il 28 novembre 1946, mentre difendeva il diritto ad occupare le terre per sfamare la propria famiglia, con un figlio in grembo. A rendere omaggi a Giuditta, ieri, con una deposizione di una corona di fiori nel luogo in cui ha vissuto e alla presenza anche del nipote Antonio Scumaci, sono stati i dirigenti della Cgil, tra cui il segretario nazionale della categoria Flai, Davide Fiatti, oltre che al segretario generale dell’Area Vasta, Raffaele Mammoliti, e il sindaco di Sellia Marina, Francesco Mauro. Al termine della commemorazione, il dibattito nella sala consiliare del Municipio di Sellia Maria –sul tema “L’Agricoltura oggi per una nuova stagione dei diritti e contro il caporalato”. I lavori, presieduti da Elsa Bonazza, segretaria Cgil Area Vasta, ha partecipato anche Battista Platì, segretario generale Flai Area Vasta.«Informandomi sulla storia di questa lavoratrice – ha detto il segretario nazionale della categoria Flai, Davide Fiatti – ho scoperto una cosa simbolica che è anche un segnale concreto: a Ciampino, grande Comune vicino Roma, la strada intitolata a Giuditta Levato è parallela quella intitolata a Placido Rizzotto. Questo significa che la Levato è un patrimonio non solo calabrese, che quello che è successo qui è esemplificativo di quello che è successo altrove e che – ha rilevato il segretario della Flai Cgil – i problemi della Calabria sono i problemi di tutt’Italia. Dovete e dobbiamo essere fieri di una figura e di una storia come quella di Giuditta Levato». Secondo Raffaele Mammoliti, «la lotta per la coltivazione della terra e la rivendicazione del sacrosanto diritto al lavoro rappresentano il filo rosso che da sempre lega l’eccidio di Melissa e l’eccidio di Fragalà, dove rimasero uccisi tre giovani e che abbiamo ricordato in occasione del 73esimo anniversario dalla scomparsa». Il lavoro resta una emergenza del Mezzogiorno e della Calabria: «C’è bisogno di un risveglio civico e democratico – dice il segretario generale dell’Area Vasta – anche perché mai come in questo momento abbiamo avuto strumenti e risorse per mettere in campo azioni concrete volte al superamento delle criticità che frenano lo sviluppo e superare i problemi del lavoro». La storia di Giuditta Levato – dice ancora Mammoliti – non può essere relegata solo alla memoria e alla tradizione orale, ma deve essere scolpita nella conoscenza, perché è una storia ancora attuale”. Come attuale è la lotta per la dignità del lavoro, ha ribadito il sindaco di Sellia Marina, Francesco Mauro: «Il sacrificio della Levato deve sollecitare tutti a mettere al centro la dignità delle persone attraverso il lavoro. E’ nostro dovere di istituzioni creare le condizioni affinché i nostri giovani restino qui a lavorare. Giuditta, alla quale è stata dedicata la sala conferenze del Museo Musmi e una sala del Consiglio regionale rappresenta un esempio di coraggio e di determinazione nella difesa di questo diritto». Alla commemorazione ha partecipato anche Raffaele Falbo, sindaco di Melissa (Crotone), il comune teatro, 70 anni, fa dell’eccidio di tre giovani contadini: «C’è un filo rosso che ci unisce con Sellia Marina e che ci deve spronare a fare rete, dalle istituzioni come il governo e la Regione agli amministratori e sindacati e tutti parti sociali, per garantire un futuro migliore alla Calabria». «La Legge contro il caporalato di cui si è dotato il nostro Paese è una norma importante e fondamentale – ha aggiunto Battista Platì – dal momento della entrata in vigore sta dando risultati importantissimi e a maggior ragione deve essere fatta funzionare completamente. Va spezzato il legame malato e illegale tra caporali e imprese e tra caporali e lavoratori perché per troppo tempo si è considerato questo ambito come il settore della intermediazione del lavoro, ma a farne le spese sono stati i lavoratori».
 
 

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