di Roberto De Santo
CATANZARO Una procedura attuata da un perfetto veggente e caratterizzata da una serie di anomalie che sollevano più di un dubbio. Quel che è avvenuto attorno all’iter per realizzare i percorsi di formazione professionale di 230 disoccupati residenti a San Giovanni in Fiore ha qualcosa di stupefacente. Ad iniziare dalla tempistica. L’approvazione della graduatoria provvisoria dell’avviso pubblico – volto ad individuare il soggetto attuatore di quel percorso formativo – è avvenuta incredibilmente prima della conclusione del termine ultimo della presentazione delle domande. È l’anomalia più evidente di un lungo elenco di altre “stranezze” che caratterizzano questa storia.
LA LENTA MACCHINA DEL RILANCIO DELL’OCCUPAZIONE La vicenda nasce all’interno della strategia messa a punto dalla Regione per attuare politiche attive finalizzate a crea occupazione soprattutto nelle fasce più deboli (disoccupati, inoccupati e persone con svantaggi). A questo fine la Regione mette in campo degli strumenti definiti Piani locali per il lavoro (Pll). Complessivamente nel 2013 la prima fase di questa strategia si conclude con l’approvazione di 14 Piani che gli attori locali (per lo più Comuni) si sono assunti la responsabilità di rendere esecutivi attraverso anche la costituzione di partenariati locali finalizzati all’individuazione delle potenzialità di sviluppo locale. Proprio seguendo questo percorso il 12 luglio del 2016 prima è stato approvato lo schema di Accordo di programma per la realizzazione del progetto pilota “Progetto integrato di sviluppo locale e creazione d’impresa nel comune di San Giovanni in Fiore” – firmato poi a settembre dello stesso anno – e successivamente è stata sottoscritta la convenzione tra la Regione e il Comune di San Giovanni in Fiore per l’attuazione di quel progetto. Da annotare in questo lungo iter l’approvazione, sempre nell’ottobre del 2016, da parte dell’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore della scheda progettuale definitiva per la realizzazione del progetto pilota. Occorreranno però ulteriori tre anni per far ripartire la macchina di questo strumento visto che solo nell’aprile di quest’anno con il decreto della giunta regionale n.144 viene riapprovato – con modifica – il nuovo Accordo di programma inerente quel progetto. Un passaggio che poterà al varo pochi giorni dopo – siamo a maggio scorso – dell’avviso pubblico per la realizzazione di percorsi di formazione professionale volti alla riqualificazione di 230 disoccupati residenti nel comune cosentino. Nominato il nucleo di valutazione per l’istruttoria di quel bando e valutate le proposte – giunte sul tavolo dei membri regionali – sembrava che quell’iter si fosse incanalato nella direzione giusta. Ed invece succede che nessuna della otto proposte progettuali – cioè soggetti che si erano presentati come strutture di formazione con specifici progetti per i 230 disoccupati del comune di San Giovanni in Fiore – è risultata valida.
La commissione decide così di azzerare l’iter per «carenze documentali», così come risulta dal verbale del 10/09/2019. E conseguentemente la Regione sceglie di riaprire i termini per la presentazione delle proposte progettuali. Ed è qui che qualcosa non procede nel verso giusto.
DATE BALLERINE E SFERE DI CRISTALLO Per riaprire i termini dell’avviso, il dirigente generale del dipartimento Lavoro, formazione e politiche sociali, Roberto Cosentino, vara – il 3 ottobre scorso – il decreto dirigenziale n° 11963 che fissa in 15 giorni il termine ultimo per la presentazione delle nuove proposte. Un termine che decorre però – come da legge e come risulta dal decreto stesso – dalla pubblicazione del decreto sul Burc. Un passaggio quest’ultimo che avviene oltre un mese dopo e cioè con il Bollettino ufficiale della Regione Calabria n. 124 del 13 novembre. Peccato che qualche giorno prima – precisamente l’8 novembre – risultava già essere stata valutata e conclusa la procedura di selezione. Decisamente molto prima dei 15 giorni necessari, quantomeno, a far arrivare al nucleo di valutazione del dipartimento le nuove proposte da parte degli enti di formazione. Ed invece. Con numero di registro del dipartimento 3775 assunto l’8 novembre del 2019 – come risulta dal decreto dirigenziale n.140.20 del 13 novembre 2019 – e pubblicato sul Burc n. 130 del 22 novembre, il dirigente generale Cosentino (cioè lo stesso che aveva riaperto i termini di invio delle nuove proposte condendo 15 giorni per la presentazione)ha approvato la graduatoria provvisoria delle proposte ammesse e non ammesse a finanziamento.
Passaggi dunque che stridono con il corretto iter procedurale che avrebbero dovuto seguire i due atti assunti dalla Regione. Delle due cose l’una: o si è nel campo della premonizione oppure si è in presenza di un difetto di pubblicità del primo atto. In entrambi i casi, comunque, il percorso lascia più di qualche perplessità sulla legittimità della procedura adottata. Senza contare che di alcuni di questi passaggi – tesi ad individuare l’ente formatore – non vi è traccia alcuna sul sito del dipartimento. Così come di chi sia stato selezionato da quell’avviso e di chi viceversa sia stato escluso. Con buona pace della trasparenza amministrativa e soprattutto del futuro dei 230 disoccupati sangiovannesi. Concittadini (stranamente) cioè del governatore uscente. (r.desanto@corrierecal.it)
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