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Controllava le aziende nonostante il sequestro, in manette imprenditore dei clan reggini

Grazie ad una “regia occulta” Carmelo Giuseppe Cartisano riusciva a gestire tre imprese soggette all’amministrazione giudiziaria. Indagata una sua stretta collaboratrice. L’uomo è legato a Paolo Ro…

Pubblicato il: 05/12/2019 – 10:16
Controllava le aziende nonostante il sequestro, in manette imprenditore dei clan reggini

REGGIO CALABRIA Avrebbe mantenuto di fatto il controllo le attività commerciali nonostante le fossero state sottratte da un precedente sequestro. Questo grazie alla “regia occulta” che riusciva ad eludere l’amministrazione giudiziaria.
Con questa accusa è stato arrestato Carmelo Giuseppe Cartisano 47 anni imprenditore reggino (qui la notizia). A lui la Distrettuale antimafia di Reggio, diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, contesta i reati di estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di beni. Ad eseguire l’arresto, disposto dal gip di Reggio, i militari del comando provinciale dei carabinieri reggini.
I carabinieri hanno anche sequestrato tre aziende nella piena disponibilità del 47enne ritenuto legato ai clan reggini. Si tratta dell’associazione sportiva dilettantistica Marilyn Club, che di fatto svolgeva l’attività di ristorante a Villa San Giovanni, alla frazione Santa Trada; dell’impresa individuale “Naos di Petre Olimpia Mihaela” che gestiva il ristorante-Pizzeria Naos sito a Reggio Calabria alla frazione Gallico e dell’impresa individuale Zlatan Costel che gestiva attività di impresa edile nel comune di Reggio Calabria, alla frazione Gallico.

L’INDAGINE L’attività di indagine, coordinata dal sostituto procuratore distrettuale Stefano Musolino, è scaturita da un approfondimento investigativo sugli interessi economici ed imprenditoriali dell’arrestato, già coinvolto nel procedimento Reghion, (parzialmente confluito in Gotha), in quanto ritenuto uno degli imprenditori gallicesi più strettamente legato a Paolo Romeo.
Secondo quanto emerso dell’inchiesta, l’uomo ha mantenuto di fatto il controllo di attività commerciali già a lui sequestrate in precedenti operazioni, attraverso una coindagata (O.M.P.), dipendente storica e fidata.
In particolare le indagini hanno permesso di disvelare le profonde ingerenze dell’imprenditore nella gestione delle attività commerciali sequestrate, concretizzatesi in una vera e propria gestione occulta e nella commissione di reiterate condotte delittuose, di appropriazione indebita, di forniture e prestazioni mai contabilizzate, estorsioni ai danni dei dipendenti. Attività illecite, da quanto emerso dalle indagini, che si sono verificate nel periodo di gestione da parte dell’amministrazione giudiziaria. (rds)

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