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Rimborsopoli, nuovo dissequestro per Guccione. «Solo 255 euro contestati»

Il Tribunale di Reggio accoglie la richiesta degli avvocati del consigliere regionale. Che attaccano Oliverio: «Evidentemente è stato troppo frettoloso nell’estrometterlo dalla giunta regionale»

Pubblicato il: 06/12/2019 – 10:48
Rimborsopoli, nuovo dissequestro per Guccione. «Solo 255 euro contestati»

COSENZA Si va ormai definendo «nella direzione di una totale estraneità ai fatti contestati» la posizione del consigliere regionale Carlo Guccione nell’ambito del procedimento scaturito dall’inchiesta “Rimborsopoli” della Procura di Reggio. È quanto dichiarano i difensori di Guccione – gli avvocati Paolo Greco e Gianluca Acciardi – che era stato destinatario, tra gli altri, di un provvedimento di sequestro preventivo di somme, parti delle quali erano state poi restituite al consigliere regionale già nel luglio del 2015 dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, in seguito alla richiesta di dissequestro avanzata nella relativa udienza di trattazione dagli avvocati difensori che sin da subito avevano evidenziato «l’assoluta mancanza di elementi idonei a riscontrare l’ipotesi accusatoria anche attraverso produzione documentale atta a sconfessare quanto contestato al consigliere regionale».
«Tesi difensive – si legge in una nota dei legali di Guccione – ancora una volta accolte da diversi Giudici chiamati a comporre il collegio del Tribunale di Reggio Calabria dinanzi al quale si sta celebrando il processo “Rimborsopoli”. I Giudici impegnati nel dibattimento, in seguito all’escussione del teste della Procura luogotenente Fiermonte della Guardia di Finanza (incaricato dal pm titolare di espletare le indagini) hanno accolto la richiesta avanzata della difesa di Guccione di dissequestro delle rimanenti somme equivalenti al denaro che l’Ufficio di Procura di Reggio Calabria ha sostenuto essere state percepite da Carlo Guccione indebitamente nella qualità di consigliere regionale e come appartenente al gruppo consiliare presso la Regione Calabria denominato Partito democratico».
Il Tribunale reggino ha dunque ordinato il dissequestro e la restituzione a Guccione di 13.377,89 euro avendo «rilevato che, tuttavia, il teste Fiermonte, nel corso della sua deposizione testimoniale resa all’udienza del 30 maggio 2019, ha riferito, in linea con quanto sostenuto dalla difesa nella richiesta formulata in via subordinata, che dei complessivi 51.039,77 euro ottenuti a titolo di rimborso soltanto 255 euro risultavano “non conferenti” …».
È quindi «evidente», secondo gli avvocati di Guccione, in considerazione dei provvedimenti di dissequestro parziale adottati prima dal Riesame e poi dal Tribunale in composizione collegiale, che «assolutamente ridimensionata è l’ipotesi accusatoria sulla base della quale, sin troppo frettolosamente, il presidente della Regione Mario Gerardo Oliverio aveva proceduto ad un rimpasto della giunta regionale togliendo all’on.le Carlo Guccione le deleghe dell’Assessorato al Lavoro della Regione Calabria nonostante l’allora assessore avesse, nel ribadire comunque la sua fiducia nella giustizia, con vigore sostenuto la totale estraneità ai fatti a lui contestati».
Gli avvocati fanno inoltre notare che «il testimone della pubblica accusa, rispondendo alla specifica domanda del pubblico ministero se le spese non documentate si riferissero ad attività istituzionale, ha affermato che nessun accertamento è stato svolto». A tal proposito la difesa di Guccione ha già preannunciato che provvederà a produrre al Tribunale di Reggio Calabria la documentazione che ha giustificato il rimborso di tale spesa (solo 255 euro). Gli avvocati si dicono infine «determinati a porre fine ad una vicenda giudiziaria dal quale sono scaturiti per l’on.le Carlo Guccione solo positivi provvedimenti giurisdizionali» che «restituiscono la giusta dignità al consigliere regionale in quota Pd che paziente e fiducioso ha atteso di chiarire la sua posizione difendendosi nel processo e non trascurando al contempo di occuparsi quotidianamente dei problemi della Regione Calabria memore dell’ampio consenso conseguito alle elezioni Regionali del 2014 che lo hanno visto essere il candidato più votato».

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