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Inchiesta "Quarta copia", Puccio: «È emerso uno scenario inquietante»

L’appello del responsabile organizzativo Pd alle istituzioni affinché «inizino a rispondere ad una serie di domande». Al coro si aggiunge anche il gruppo dem di Lamezia: «Serve un’azione concreta d…

Pubblicato il: 07/12/2019 – 14:48
Inchiesta "Quarta copia", Puccio: «È emerso uno scenario inquietante»

LAMEZIA TERME «C’è da rimanere sgomenti di fronte alle risultanze investigative delle scorse ore circa il traffico illecito e l’interramento di notevoli quantità di rifiuti pericolosi scoperti nel territorio di Lamezia Terme». Così Giovanni Puccio, responsabile organizzativo regionale del Partito Democratico che continua: «Sbigottiti per l’assenza di scrupoli manifestata dagli autori di questo scempio ambientale che hanno avvelenato la terra finanche senza badare alle loro stesse colture e famiglie. Fortemente preoccupati per il sistema criminale adottato con l’arrivo di rifiuti di ogni tipo che solo formalmente erano destinati ad essere stoccati presso siti autorizzati del Nord Italia e che, invece, per la brama di denaro e per interessi criminali sono stati interrati qui da noi».
Secondo Puccio «ci siamo, purtroppo, abituati a queste immagini provenienti da altre regioni italiane, dalla Campania in particolare, ma la vastità del pericoloso traffico e la sua attuazione in un ampio arco temporale generano ragionevoli preoccupazioni per la salute pubblica e la tutela dell’ambiente lametino. Siamo grati – aggiunge – ai magistrati antimafia della distrettuale di Catanzaro, alla procura della Repubblica di Lamezia e alle forze dell’ordine per il meticoloso lavoro investigativo e giudiziario che hanno portato a termine. Segno che, ancora una volta, lo Stato ha dimostrato di avere grande attenzione a questa porzione di territorio calabrese».
Puccio vuol mettere poi l’accento sul fatto che l’inchiesta ha preso le mosse da una denuncia di un semplice cittadino «che concretizza una lezione fondamentale di spiccato senso civico che non deve rimanere isolate ma valorizzata per la sua grande portata valoriale».
Quello che ne è emerso è «uno scenario che pone una serie di domande alle quali è necessario che le Istituzioni pubbliche, di ogni grado e livello, diano immediate risposte in ordine al controllo della salubrità delle falde acquifere e dell’ambiente nonché circa l’avvio di un’immediata azione di totale bonifica delle aree contaminate. La portata del traffico illecito – conclude – e le conseguenze derivanti è chiaro che non possono essere affrontate e tamponate in maniera efficace se le Istituzioni pubbliche non saranno pronte a fare rete, ognuna per le proprie competenze, così come è assolutamente necessaria un’azione della deputazione locale affinché anche per il territorio lametino si possa prevedere una forma di intervento progettuale e finanziario del ministero dell’Ambiente al pari di quanto fatto per altre regioni».
SERVE L’AZIONE CONCRETA DEL COMUNE «L’operazione “Quarta copia” contro il traffico illecito di rifiuti e l’inquinamento ambientale del territorio lametino testimonia da una parte, e ancora una volta, la piena efficienza delle nostre forze dell’ordine e della magistratura che operano a tutela della sicurezza e della salute dei cittadini. I fatti confermano però, d’altra parte, l’ampia diffusione di reati ambientali sul nostro territorio e la pervasività di una criminalità organizzata che continua a fare affari sulla pelle dei cittadini».
Dice la sua anche il gruppo Pd di Lamezia: «Se siamo quindi molto grati alle forze dell’ordine per il lavoro svolto, siamo fortemente preoccupati per il ruolo che le organizzazioni criminali continuano ad avere nell’avvelenamento del territorio ai danni dell’intera comunità. Tutelare il territorio significa tutelare la salute nostra e delle nostre famiglie. Ancora una volta assistiamo invece al becero utilizzo del suolo per scopi scellerati e per il proprio immediato tornaconto economico, senza che ci si renda conto che le azioni contro l’ambiente sono azioni rivolte contro noi stessi. D’altronde i rifiuti e il loro smaltimento costituiscono da sempre una ghiotta occasione di guadagno facile per le cosche lametine.
Per fortuna le cose possono cambiare. Lo dimostra il fatto che in questa occasione è stato un solo cittadino con la sua denuncia a innescare le azioni d’indagine.
Ma l’attenzione dei cittadini e l’impegno delle forze dell’ordine da sole non bastano. Serve una reale determinazione delle istituzioni e dell’amministrazione comunale a fare della trasparenza amministrativa e della legalità il principio cardine del proprio operare. Solo con l’azione comune di tutte le parti si potrà vincere questa battaglia.
Ciò che adesso chiediamo a gran voce è che sia avviata il più presto possibile la bonifica del territorio avvelenato e che siano messe in campo tutte le energie disponibili per la prevenzione e la tutela della salute dei cittadini».

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