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Lo scontro nel Pd finisce a carte bollate. Le federazioni "ribelli" ricorrono al Tar

Murgi e Guglielmelli, segretari dem commissariati a Crotone e Cosenza, contro le «purghe staliniste» decise dal partito. Contestata la candidatura di Callipo: «Nelle elezioni regionali da 15 anni»….

Pubblicato il: 10/12/2019 – 20:57
Lo scontro nel Pd finisce a carte bollate. Le federazioni "ribelli" ricorrono al Tar

di Gaetano Megna
CROTONE
Contro il commissariamento delle federazioni del Partito democratico di Cosenza e Crotone sarà presentato un ricorso al tribunale ordinario. C’è un precedente importante, che ha visto protagonista il responsabile nazionale per il Mezzogiorno del Pd, Nicola Oddati che, presentando un ricorso al tribunale di Napoli, ha ottenuto l’annullamento di un congresso celebrato nella città partenopea. Lo ha detto Luigi Guglielmelli a Crotone partecipando ad una conferenza stampa convocata insieme al suo collega Gino Murgi per contestare il commissariamento delle due federazioni (Cosenza e Crotone). Murgi e Guglielmelli sperano di ottenere la sentenza prima del prossimo 28 dicembre, data ultima per la presentazione delle candidature alla Regione.
I due segretari commissariati dalla massima autorità del partito nazionale, Nicola Zingaretti, hanno detto chiaramente di non condividere la candidatura di Pippo Callipo alla guida della giunta regionale calabrese voluta dal Pd nazionale. Soprattutto Guglielmelli è stato particolarmente critico per la scelta del partito nazionale di puntare su Callipo che, a suo dire, «è un candidato che divide» e, invece, «il Pd ha bisogno di unità». Scelta peggiore secondo Guglielmelli non poteva essere fatta, perché «Callipo da 15 anni è impegnato nelle elezioni regionali» e sempre in antitesi con la storia democrat. Alle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento, sempre secondo Guglielmelli, avrebbe votato il nipote candidato nel centrodestra a Vibo Valentia (Giuseppe Mangialavori, ndr). La cosa giusta da fare, quindi, sarebbe quella di accogliere la proposta avanzata da Mario Oliverio di fare un passo indietro e tutti assieme «scegliere un nome alternativo». Un giovane magari individuato tra i tanti dirigenti che il Pd ha in Calabria.
Guglielmelli e Murgi hanno contestato il metodo adottato dal partito nazionale per commissariare le due federazioni. Non c’è stato alcun confronto e la decisione è stata simile ad una purga stalinista, imposta come «fatto punitivo». Murgi addirittura ha detto «di non avere mai espresso alcun dissenso pubblico nei confronti dei dirigenti nazionali». A suo dire, paga lo scotto di avere partecipato alla riunione tenutasi a Catanzaro per sostenere la ricandidatura di Oliverio. A quella riunione c’erano sindaci, segretari di partito e semplici iscritti. In quella occasione Murgi è stato informato, per la prima volta, che sarebbe stato commissariato.
Entrambi i segretari commissariati hanno definito la nota del commissariamento firmata da Zingaretti inaccettabile, perché «impedisce ai calabresi di decidere del proprio destino». Il partito nazionale avrebbe insomma tagliato le ali ai dirigenti della Calabria che volevano l’autonomia della decisione nel rispetto dello Statuto, invece la decisione di candidare Callipo è stata presa dalle «correnti romane».
I dirigenti calabresi messi sotto accusa pagano, questa la loro lettura, per non avere aderito ad una delle correnti che governano il Pd nazionale. Pagano per la loro autonomia. Mentre Murgi ha difeso il «suo onore di amministratore e di uomo», macchiato da un provvedimento (il commissariamento) «iniquo e senza motivazioni», Guglielmelli ha lanciato il guanto della sfida. Ha chiesto al partito regionale di indagare sui consiglieri regionali che «versano le quote mensili». Si è detto disponibile a fornire nomi e cognomi di consiglieri regionali che non hanno mai versato un centesimo, contravvenendo così al dettato dello Statuto.
Il non pagamento sarebbe una ragione di espulsione. Sempre Guglielmelli è stato severo nei confronti del consigliere regionale Carlo Guccione, che ha accusato di avere votato contro le proposte dei rappresentanti del suo partito, durante i lavori del consiglio regionale. Non è stata data una grande rilevanza al cambio della serratura del portone di accesso alla federazione di Crotone (qui la notizia), che ha costretto Murgi e Guglielmelli a tenere la conferenza stampa nel salone di una struttura sanitaria privata di Crotone. Sino al 28 dicembre prossimo i due continueranno a ritenersi dirigenti del Pd, dopo le ufficializzazioni delle candidature decideranno da che parte stare. (redazione@corrierecal.it)

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