REGGIO CALABRIA Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha revocato gli arresti domiciliari sostituendoli con il divieto di dimora in Calabria nei confronti del consigliere regionale – ora sospeso – ed ex capogruppo del Pd Sebastiano “Seby” Romeo, di 44 anni. Romeo era ai domiciliari dal 26 luglio scorso nell’ambito dell’inchiesta “Libro Nero” coordinata dalla Procura distrettuale antimafia contro la cosca Libri.
Nella stessa inchiesta è indagato anche l’ex consigliere regionale Alessandro Nicolò, eletto con Fi e passato poi in Fdi, attualmente detenuto. Entrambi sono stati sospesi dai rispettivi partiti.
Romeo è accusato di concorso in corruzione unitamente a Francesco Romeo, un sottufficiale della Guardia di finanza che avrebbe promesso di svelare notizie su eventuali indagini a carico di Romeo in cambio di un posto di lavoro per un conoscente, e di un collaboratore dello stesso Romeo.
I difensori di Romeo, gli avvocati Armando Veneto e Natale Polimeni, nella discussione, hanno parlato di «insussistenza delle esigenze cautelari» nei confronti di Romeo, sostituito a Palazzo Campanella temporaneamente dal consigliere primo dei non eletti Giuseppe Giordano, definendo la misura degli arresti domiciliari «sproporzionata rispetto ai fatti contestati, nonché eccessiva in relazione all’esigenza cautelare inerente il pericolo di reiterazione del reato».
I difensori, hanno inoltre sottolineato come «la posizione di Romeo in ordine alla paventata vicinanza a consorterie criminali di stampo mafioso che mal si attagliano all’effettivo scenario sociale che, come più volte ribadito, vede Romeo estraneo ed avulso da contesti di dubbia legalità e contrariamente impegnato, anche con fattive iniziative politiche, nella lotta alla criminalità organizzata».
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