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Soldi pubblici per assunzioni fittizie e gettoni di presenza. Tutte le spese che imbarazzano Catanzaro

Aziende che assumono formalmente i consiglieri e ricevono lauti rimborsi. Sedute “fantasma” delle commissioni consiliari e gettoni di presenza immeritati. Chiuse le indagini sul fascicolo che coinv…

Pubblicato il: 13/12/2019 – 19:09
Soldi pubblici per assunzioni fittizie e gettoni di presenza. Tutte le spese che imbarazzano Catanzaro

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Aziende che avrebbero assunto solo formalmente i consiglieri comunali di Catanzaro con lo scopo di conseguire le somme a copertura delle assenze dei fittizi dipendenti (qui la notizia). Assenze anche queste fittizie perché i consiglieri avrebbero dovuto partecipare a commissioni consiliari alle quali non si sono mai presentati o vi hanno partecipato in maniera discontinua, a differenza di quanto verbalizzato dai presidenti di commissione. Gettoni di presenza acquisiti indebitamente. In due mesi sarebbero state percepite cifre dalle 1.300 euro di Giuseppe Pisano alle 192 euro di Nicola Fiorita. Che il bubbone scoppiasse – e in maniera trasversale – sul Comune di Catanzaro era questione di tempo, viste le continue “visite” delle forze dell’ordine e le denunce, anche a mezzo stampa, che vanno avanti da più di un anno, da parte del presidente dell’associazione I Quartieri, Alfredo Serrao. L’avviso di conclusione indagini è stato notificato a 29 consiglieri comunali e a cinque amministratori di aziende nelle quali (non) lavoravano, secondo l’accusa, i consiglieri indagati.
ASSUNZIONI FITTIZIE Sarebbe stata solo formale, per esempio, l’assunzione di Tommaso Brutto nella società cooperativa di produttori ortofrutticoli “Verdeoro” di cui è amministratrice formale Elzbieta Musielak e amministratore di fatto Carmelo Coluccio. Per le assenze di Brutto l’azienda avrebbe conseguito l’ingiusto profitto di 103.160,34 euro con riguardo al periodo febbraio 2015-giugno 2018. Indagato anche Antonio Amendola, fratello del consigliere Andrea Amendola, e amministratore della “A.B. costruzioni srl” e poi della “A.B. immobiliare srl”. Anche in questo caso vi sarebbe stata l’assunzione solo formale del congiunto come capo impiegato amministrativo, laddove il consigliere «non svolgeva alcuna prestazione effettiva per l’impresa». La A.B. costruzioni avrebbe ricevuto per il periodo gennaio 2016-maggio 2017 18.381,65 euro. Mentre per il periodo luglio 2017-dicembre 2018, la A.B. immobiliare avrebbe ricevuto un rimborso di 46.190,46 euro. Non avrebbe svolto nessuna prestazione effettiva per l’impresa “La Notifica srl” il consigliere Enrico Consolante. Amministratore unico della società è l’indagata Sabrina Scarfone, mentre soci sono Andrea Castello e Pasquale Consolante, fratello di Enrico (i soci non sono indagati). Per il periodo dicembre 2017-novembre 2018 a titolo di rimborso “La Notifica” avrebbe ricevuto dal Comune di Catanzaro 23.179,47. Nella “La Rosa Salvatore Zoomarket” sarebbe invece impiegato il consigliere Sergio Costanzo indagato insieme al titolare Salvatore La Rosa che con l’assunzione fittizia, secondo gli inquirenti, avrebbe ricevuto un rimborso complessivo, da gennaio 2016 a dicembre 2018 di 78.749,00 euro.
LE COMMISSIONI (SEMI)PERMANENTI Nei guai anche i presidenti delle commissioni consiliari che attestavano falsamente nei verbali di riunione delle commissioni consiliari lo svolgimento di numerose sedute, con la partecipazione propria e di altri consiglieri comunali, laddove, invece, «i medesimi, in realtà, o non vi partecipavano affatto, in quanto fisicamente assenti, o vi prendevano parte solo in modo temporaneo e intermittente così da rendere impossibile il reale svolgimento delle sedute stesse». Nel registro degli indagati sono stati iscritti il presidente della prima commissione “Urbanistica, patrimonio, polizia urbana, mobilità, traffico”, Antonio Mirarchi; il presidente della seconda commissione “Igiene ambientale e Lavori pubblici”, Luigi Levato; il presidente della terza commissione “Risorse finanziarie, Affari generali, Personale, Servizi demografici” Giuseppe Pisano e il suo vice Francesca Celi. Per quanto riguarda la quanto riguarda la quarta commissione “Politiche sociali, Cultura, Pubblica istruzione e Sport” sono indagati i due presidenti Fabio Talarico e Manuela Costanzo (che gli è succeduta nel 2018) e il segretario verbalizzante Eugenio Riccio. Per la quinta commissione “Turismo, Politiche del are, attività produttive” è indagato il presidente Enrico Consolante.
GETTONI DI PRESENZA INDEBITI Da novembre a dicembre 2018 il Comune avrebbe versato, secondo gli accertamenti della polizia giudiziaria, 21.796,01 euro ai consiglieri comunali per i cosiddetti “gettoni di presenza” alle sedute delle commissioni permanenti. Le false verbalizzazioni avrebbero indotto l’ente a considerare effettive «riunioni svoltesi in modo solo fittizio». In questo modo avrebbero percepito, nei due mesi accertati, un ingiusto profitto Andrea Amendola, 875,16 euro; Antonio Angotti, 1.194,12 euro; Demetrio Battaglia, 385,20 euro; Gianmichele Bosco, 225,72 euro; Tommaso Brutto, 192,60 euro; Francesca Celi, 924,48 euro; Fabio Celia, 269,64 euro; Enrico Consolante, 1.224,56 euro; Lorenzo Costa, 539,28 euro; Manuela Costanzo, 1.419,84 euro; Sergio Costanzo, 1.001,51 euro; Nicola Fiorita, 192,60 euro; Roberta Gallo, 143,28 euro; Francesco Gironda 875,16 euro; Luigi Levato, 885,96 euro; Rosario Lostumbo, 1.070,46 euro; Filippo Mancuso, 462,24 euro; Rosario Mancuso, 770,40 euro; Giovanni Merante, 154,08 euro; Antonio Mirarchi, 1.117,08 euro; Libero Notarangelo, 289,26 euro; Giuseppe Pisano, 1.348,20 euro; Agazio Praticò, 1.298,88 euro; Giulia Procopio, 330,48 euro; Eugenio Riccio, 558,90 euro; Cristina Rotundo, 949,50 euro; Fabio Talarico, 1.062,36 euro; Antonio Triffiletti, 577,80 euro; Antonio Ursino, 567,00 euro.
LA DIFESA «Sono provato, rammaricato e dispiaciuto per la mia città. Ognuno saprà difendersi nelle sedi opportune però oggi più che mai Catanzaro non meritava tutto questo. Faccio politica per passione e non per bisogno e quello che è accaduto mi rattrista molto». A dirlo Roberto Guerriero, uno dei 4 consiglieri comunali di Catanzaro non indagati nell’inchiesta della Procura sui rimborsi per false sedute di commissione. Guerriero, della lista Socialisti e democratici con Mottola D’Amato, è componente delle commissioni due e cinque, ma già da oltre un anno non vi partecipava per scelta politica, annunciata in consiglio, non ritenendo le commissioni «qualificate e qualificanti. Non mi piaceva il contesto che si era venuto a creare». Intanto intervengono anche alcuni dei consiglieri comunali finiti nell’inchiesta. In particolare, in una dichiarazione congiunta, Nicola Fiorita e Gianmichele Bosco affermano: «Oggi più che mai siamo sereni e contenti che si facciano indagini sulle attività dei consiglieri comunali, perché chi opera nella pubblica amministrazione deve essere trasparente e disponibile al controllo». «Da uomini di diritto – proseguono – abbiamo fiducia nella magistratura e siamo convinti che saprà chiarire ogni singola posizione. Noi non abbiamo nulla da nascondere. Chiederemo di essere ascoltati al più presto nelle sedi competenti al fine di chiarire ogni singolo dubbio. Non abbiamo ancora potuto visionare gli atti processuali, ma allo stato oggetto di contestazione sarebbe la corresponsione di 192 e di 225 euro. Noi abbiamo partecipato con passione e dedizione alle attività delle Commissioni consiliari, compatibilmente con i nostri impegni di lavoro, e non possiamo accettare nessuna ombra sulla nostra condotta e sul nostro impegno disinteressato al servizio della città». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
 

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