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Terrorismo, annullata la condanna di Hamil Mehdi. Processo da rifare

Il giovane era stato condannato in primo grado a 4 anni e sei mesi di reclusione, pena poi confermata in Appello

Pubblicato il: 13/12/2019 – 17:44
Terrorismo, annullata la condanna di Hamil Mehdi. Processo da rifare

CATANZARO Al termine di una lunga udienza e camera di consiglio, la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna emessa dalla Corte di Assise di Appello di Catanzaro nei confronti di Hamil Mehdi, accusato di auto-addestramento con finalità di terrorismo. Il giovane di Luzzi fu arrestato nel gennaio del 2016, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare del gip di Catanzaro, dalla Digos di Cosenza e dal Servizio centrale antiterrorismo. Secondo l’accusa, infatti, Hamil sarebbe stato un aspirante “Foreign fighter” e avrebbe voluto raggiungere la Siria per unirsi all’Isis.
LE INDAGINI L’inchiesta che portò all’arresto del giovane marocchino, diretta dalla Dda di Catanzaro, erano partite nel luglio 2015 quando Mehdi era stato espulso dalla Turchia perché ritenuto pericoloso e avevano evidenziato, nelle prime battute, collegamenti telefonici e telematici del giovane magrebino con utenze turche e belghe (ritenute appartenenti a soggetti vicini al mondo del radicalismo islamico), oltre a un frequente accesso a video di propaganda dello Stato Islamico, alcuni ritenuti dall’accusa anche istruttivi.
LA DIFESA Hamil Mehdi, però, ha sempre rigettato le accuse, sostenendo di essersi recato in Turchia soltanto per motivi religiosi e di non aver alcun collegamento con il mondo del terrorismo islamico. Quanto alla visione dei video di propaganda dell’Isis, poi, la difesa ne aveva contestato l’idoneità istruttiva, in termini di auto-addestramento, evidenziando «come alla predetta visone (legata per lo più a curiosità del giovane imputato) mai fosse seguita una concreta attività di esercitazione finalizzata a rivelare concreti programmi criminosi».
In primo grado, il gup distrettuale di Catanzaro aveva emesso una sentenza di condanna alla pena della reclusione di 4 anni e sei mesi, all’esito del giudizio abbreviato. Sentenza confermata dalla Corte di Assise d’appello di Catanzaro. Ieri, invece, il verdetto della Suprema Corte che, accogliendo le tesi del difensore dell’imputato ha ritenuto la condanna non meritevole di conferma, ribaltando le decisioni dei giudici territoriali. Tutto da rifare, quindi, con gli atti che ritornano a Catanzaro per un nuovo giudizio.

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